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Catalogna, gli indipendentisti di puigdemont pronti ad allearsi a madrid

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di REDAZIONE

Quattro leader catalani, sotto processo per il referendum separatista del 2017, hanno detto che indipendentisti dovrebbero essere più flessibili nell’entrare nei negoziati per formare il prossimo governo di Madrid dopo le elezioni nazionali del 28 aprile. Il primo ministro socialista Pedro Sanchez dovrebbe ottenere il maggior numero di seggi nelle votazioni, ma potrebbe essere necessario il sostegno dei separatisti catalani per formare un governo. La vittoria di una coalizione unionista e di destra è però dietro l’angolo.

Nell’appello dei leader catalani, fatto in una lettera nell’edizione del 13 aprile del quotidiano La Vanguardia, si legge che i separatisti dovrebbero avviare colloqui con i potenziali partner della coalizione fintanto che si rifiutano di escludere un referendum sull’indipendenza come «possibile soluzione» per la regione. Questo dato segna un ammorbidimento della loro posizione precedente e crea la possibilità di un compromesso su una questione che ha complicato i precedenti colloqui di coalizione. «Se dipende da noi, non guarderemo dall’altra parte quando è il momento di formare un governo stabile, a condizione che il candidato si impegni al dialogo e non escluda un referendum sull’indipendenza come unica soluzione possibile», si legge nella lettera dei leader.

Avevano detto in precedenza che tenere un referendum sull’indipendenza per la regione sarebbe stata una condizione non negoziabile per avviare discussioni per formare un governo nazionale. Madrid aveva categoricamente escluso lo svolgimento di un tale referendum, riporta Reuters. Pur rifiutando un voto per l’indipendenza, Sanchez ha assunto un tono più conciliante nei confronti della regione catalana dall’arrivo al potere l’anno scorso.

Ha indetto un’elezione a febbraio dopo non essere riuscito a ottenere il sostegno di cui aveva bisogno dai separatisti catalani per approvare il suo bilancio. I quattro autori della lettera di sabato, tutti membri del partito dell’ex leader Carles Puigdemont, sono tra i 12 politici e attivisti catalani processati con accuse che includono ribellione e appropriazione indebita di fondi per il loro ruolo nell’organizzazione di un referendum del 2017 e successiva mancata dichiarazione di indipendenza.

Hanno anche cercato di mobilitare il sostegno al loro partito dicendo che una dimostrazione forte avrebbe ridotto le possibilità di una coalizione di destra, compresa l’evenienza che il partito di destra Vox, sia in grado di formare un governo. (AGCnews)

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2 COMMENTS

  1. Ogni atto di organizzazione politica del consenso incarna il momento in cui ogni idea cede alla necessità di prevalere sulla parte avversa. L’atto di assumere il potere di condizionare chi è dissenziente (anche a fin di bene) toglie ogni rispettabilità verso chi si incarica di rappresentare qualsiasi istanza. Cessa ogni speranza con lo strumentale inganno.
    Gli indipendentisti non fanno eccezione alla regola applicabile in generale a tutte democrazie.
    Purtroppo tra politici non c’è differenza di sostanza, ma tra loro esiste solo una indefinita variazione di grado di parassitismo e coercizione reclamate col potere.

  2. quando si intersecano i piani giudiziario e politico la faccenda si complica, ma è un’arte collaudata per annacquare gli obiettivi e confondere le masse…i problemi veri rimangono ma le soluzioni rinviate a un sine die.

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