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Catalunya, primo atto di disobbedienza del parlamento catalano

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tavoloparlamentocatalanodi MARIETTO CERNEAZ

Ricapitolando: ieri, il “Tribunal Constitucional” (tipo la nostra Corte costitzionale) di Madrid ha bocciato il referendum catalano. Oggi, come si comporteranno dalle parti di Barcellona?

Semplice, disobbediranno, se come scrive il quotidiano “Vilaweb”, tra oggi e domani, Ufficio dei Capigruppo del Parlament della Generalitat, in pratica il consiglio regionale catalano, darà il via ai colloqui per scegliere i nomi di sette persone per integrare il comitato per il controllo di N-9, quello che si occuperà del regolare svolgimento del referendum. E proprio questa potrebbe essere il primo atto di disobbedienza istituzionale nei confronti dell’arroganza dei togati capitolini, come la Corte costituzionale spagnola ha sospeso la legge e il decreto di convocazione delle consultazioni. 

Una funzione di questo comitato è quello di nominare i membri dei comitati di monitoraggio, gli organismi che assicurano la buona organizzazione della consultazione nei sette distretti: Alti Pirenei e Aran (121 locali e 91 mesi), Barcellona (1331 e 5106), Tarragona (271 e 792), Catalogna Centrale (303 e 655), Girona (389 e 803), Lleida (231 e 423) e Terres de l’Ebre (102 e 230).

Il PSC (unionisti insomma) non propone alcun membro del comitato e declina l’invito. Una cosa è chiara, comunque: laddove l’Ufficio proceda con la discussione del punto e con la nomina dei membri, automaticamente il Parlament avrà violato il decreto di sospensione disposto dal Tribunale Costituzionale spagnolo. Un atto di disobbedienza che appare come un primo importante passo verso la libertà.

(foto tratta da http://www.vilaweb.cat/)

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