I truffatori più in gamba sono in grado di raggirare a tal punto le loro vittime che queste credono fermamente di avere il controllo della situazione, pensano di fare un bell’affare, magari si illudono persino di esser loro a fregar il truffatore! Questa premessa è di fondamentale importanza per rendersi conto di cosa sia la Grande Truffa che va in scena ogni giorno sotto i nostri occhi e di cui quasi tutti siamo vittime.
Infatti ogni santo giorno che Dio manda sulla terra, ogni volta che accendo la televisione o che entro in un bar c’è sempre qualcuno che blatera sui costi della politica: basta, non ne posso più, non li sopporto più!
Per carità non voglio difendere i politici, non son figlio di un ministro, né aspiro ad un posticino da qualche parte, dico solo che la telenovela sui costi della politica è ormai straripante ed è diventata più noiosa che parlar del meteo! Che tempo fa? Quanto guadagna quel politico là? In verità c’è chi ha guadagnano pacchi di soldi scrivendo libri sui costi della politica, chi ci organizza intere trasmissioni, memorabili sono le liti del buon Giletti con gli ex consiglieri regionali che non vogliono ridurre i loro vitalizi, per non parlare poi del Movimento 5 Stelle che ha costruito la sua fortuna politica su questo tema. Hanno ragione, ma basta, non se ne può più e badate bene che non è solo una questione di noia.
Quando vedo i ragazzotti 5 Stelle che in parlamento dichiarano di essersi ridotti di ben 8.000 euro al mese lo stipendio non posso che apprezzarli, hanno tutta la mia stima e il mio rispetto, però basta, però parliamo d’altro, perché i problemi sono altri. Caro ragazzo, gli 8.000 euro in meno al mese sono un grosso sacrificio per te, ti stimo, ma per ogni singolo cittadino italiano rappresentano un risparmio di 1, dicasi 1, centesimo in 5, dicasi 5, anni! E allora di cosa stiamo parlando?
Adesso il solito intellettuale benpensante mi dirà che se tutti facessero come i 5 Stelle le cose cambierebbero… ed eccoci giunti alla Grande Truffa di cui vi parlavo! In realtà se tutti i politici riducessero i loro stipendi non cambierebbe nulla, anzi mi spingo oltre, estremizziamo pure, se anche azzerassimo tutti i costi della politica, ovvero se tutti i politicanti di mestiere dal presidente della repubblica fin giù giù al più infimo consigliere rionale lavorassero totalmente gratis, per voi non cambierebbe quasi nulla! Stampatevelo bene nella zucca, lo ripeto, per voi non cambierebbe quasi nulla!!!!
I costi della politica in i-taglia sono pari a circa 4 miliardi all’anno, la Padania a statuto ordinario tra ciò che dà a Roma e ciò che riceve da Roma perde, non ho detto paga, ho detto perde, ripeto perde, sia chiaro perde ogni anno 100 miliardi: ma di cosa stiamo parlando? Davvero il nostro primo problema sono i costi della politica? Davvero il nostro primo problema è lo stipendio di Amato? Per quanto ritenga che Amato non si meriti un centesimo di ciò che incassa, io dico che il vero problema è l’esistenza dell’i-taglia, il vero problema non è il costo della politica, 4 miliardi, ma il costo dell’i-taglia che per noi padani è pari a 100 miliardi di perdita secca all’anno!
Se non avete ancora capito bene la situazione vi farò un esempio semplice semplice: la sciura Maria va dal fornaio e compra 4 euro di pane, paga con una banconota da 100 euro, perchè la sciura Maria è benestante, dato che lavora sodo da una vita. Quando però il fornaio le dà le steline si accorge che sono stantie, così scoppia una bega nel bel mezzo del negozio, tira, mòla, lasa ‘ndà, alla fine la nostra sciura Maria ottiene che il pane le venga cambiato con dei croccanti balores appena sfornati e il fornaio per scusarsi le restituisce persino i 4 euro del pane. La nostra sciura Maria torna a casa raggiante convinta di aver vinto la battaglia, peccato solo che non si sia accorta che nel trambusto non le hanno dato i 96 euro di resto!
È proprio questo il punto, mentre ci si accanisce sui costi della politica nessuno fa caso ai costi dell’i-taglia, perché il vero problema è questo, ogni volta che voi vi lamentate per lo stipendio del consigliere regionale e non dite nulla sul costo complessivo dello stato italiano che pagate ancora voi, siete come la sciura Maria e rimanete fregati!
Credete che il gioco sia in mano vostra, pensate che attaccando il politico e il suo stipendio state mettendo il dito nella piaga, vi illudete di poterli finalmente mettere con le spalle al muro, questa volta li freghiamo davvero ed invece non vi accorgete che è il sistema i-taglia che vi sta fregando ancora una volta, vi dà in pasto qualche politicante inutile e vi porta a ragionare sul poco, mentre nel frattempo continua a sottrarvi molto proprio sotto il vostro naso: eccovi servita la Grande Truffa! Così facendo vi danno in pasto 4 politici, mentre il sistema i-taglia, che è il vero costo, non è neppure in discussione.
Cari giornalisti e conduttori tv, cari opinionisti e studiosi non fatevi fregare anche voi, vi do un suggerimento che vale oro, se veramente volete fare il botto invece di occuparvi di 4 spiccioli occupatevi del malloppo, del malloppone, insomma caro Giletti invece di scandalizzarti ogni domenica per il miserabile vitalizio di qualche ex consigliere regionale, invita il sottoscritto che ti spiego come funziona la Grande Truffa, che ti racconto la più leggendaria e spettacolare rapina che la storia ricordi! E se io sono troppo un signor nessuno, chiama Gilberto Oneto che te la spiega bene, chiama Leo Facco che ti fa fare anche un botto negli ascolti, chiama l’unica meritoria eccezione nel panorama italico rappresentata da Luca Ricolfi, che nel 2010 ha scritto “Il Sacco del Nord”.
E anche voi lettori non fatevi più ingannare, perché se vi rifilano 4 euro di pane duro è un problema, ma se non vi danno 96 euro di resto è peggio, molto peggio! Padania libera!
PS: sia chiaro che al fornaio della sciura Maria possiamo dare il beneficio del dubbio, nel trambusto si è confuso anche lui, insomma al fornaio possiamo riconoscer la buona fede, all’i-taglia no, neanche quella!!!
Bel articolo, Ruggeri. E bravo anche Luca Ricolfi, bellissimo libro. Questo è l’unico argomento politico di cui val la pena discutere in questo Stato italiano. Ma ovviamente di ciò non si discute, proprio perché chi vive e lucra di questo sistema criminale (e che spesso coincide con chi detiene i grossi mezzi d’informazione) deve fare in modo che l’elettore non sappia. E allora giù a parlare dei costi della politica. E non sorprende che il sistema di informazione di Confindustria sia in prima linea a parlare dei costi della politica, dei Scilipoti e amenità simili, e non del sacco del Nord; fa parte a pieno titolo del sistema, e non c’entra niente con l’imprenditoria padana.
E purtroppo non è solo un danno economico, ma anche e soprattutto culturale ed identitario; perché, per convincere i sudditi a pagare, bisogna inculcargli l’italia, l’italiano e il tricolore: la scuola innanzitutto con l’unica ed indivisibile scuola pubblica ed i programmi scolastici statali; i mezzi di informazione italiani; e se proprio uno non capisce, la magistratura.
Quindi viva i pochi giornalisti liberi, viva il Miglioverde e anche quella mosca bianca di Giulio Cainarca.
Grazie Marco
Il sacco del Nord di Luca Ricolfi lo ho letto e ne consiglio la lettura a tutti.
Al di la di quello occorre ricordare che la spesa pubblica italiana è di oltre 800 miliardi di Euro. La metà della spesa pubblica è rappresentata da 4 voci: interessi sul debito pubblico, stipendi pubblici, pensioni, sanità.
Se ci fosse la stessa situazione della Svizzera, basso debito pubblico, sanità e previdenza private, 1 dipendente pubblico ogni 60 abitanti (in Italia 1 ogni 17) praticamente la spesa pubblica e di conseguenza la tassazione sarebbero dimezzate.
Considerando che la spesa pubblica italiana in Padania è costituita spesso da servizi non richiesti, imposti, che altro sarebbero privati o di scarsa qualità si deduce che il sacco del nord non si limita ai 100 miliardi di residuo fiscale.
Facendo calcoli a braccio (considerando l’elevatissima evasione fiscale della Magna Grecia) si può calcolare che metà della spesa pubblica + 100 miliardi è finanziata dalla Padania. Di questi 500 miliardi, come detto, metà potrebbero essere tranquillamente tagliabili sia per eliminare sprechi, privilegi e regalie per voto di scambio, sia per avere un servizio efficiente come in Svizzera.
La conclusione è che il sacco del Nord è dato dai 100 miliardi di residuo fiscale (che finisce tutto in Italia propriamente detta, il Centro Italia, ed in Magna Grecia) + i 200 miliardi di spesa pubblica eliminabile.
Fate i conti di quanto pagate di tasse e toglietene i due terzi (300 miliardi / 500 miliardi) ed avrete la nuova situazione. E’ pur vero che si dovrebbe, come in Svizzera, pagare per proprio conto sia la polizza sanitaria che fare i versamenti per la pensione, ma saremmo liberi di scegliere se farlo e di scegliere chi fornisce il servizio migliore al prezzo più basso.