Parlando come un comunista qualsiasi (per esempio della recente versione di Potere al popolo), il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinal Gualtiero Bassetti, ha bocciato l’ipotesi di flat tax, e non certo facendo riferimento alle mancate coperture. Aggiungendo poi: “Ci sia una maggiore tassazione sulle attività speculative, si cominci da lì”.
Capisco che Bassetti debba allinearsi alla linea del suo capo, al quale non è bastato vivere fino alla soglia degli ottant’anni in un Paese che, al pari di altri Stati confinanti, ha mostrato il triste fallimento del socialismo in qualsiasi sua forma. Né dubito che non gli costi particolare disagio farlo. Da libertario, gli riconosco anche il diritto di esprimere il proprio parere, ovviamente non condividendolo.
Resta il fatto che se invece di occuparsi di economia e tasse da far pagare ad altri, i vertici del clero si occupassero di religione (il loro core business), troverei la cosa appropriate.
La regola aurea è “fai agli altri quello che vorresti gli altri facessero a te”. Da libertario preferisco di gran lunga, in quanto più vicina al principio di non aggressione, la regola d’argento, ossia “non fare agli altri quello che non vorresti gli altri facessero a te” (sul punto è interessante leggere Nassim Taleb in “Skin in The Game”).
A giudicare dall’approccio della Chiesa nei confronti della tassazione a suo carico in territorio italiano, direi che anche l’applicazione della regola aurea dovrebbe sconsigliare a Bassetti di invocare la tassazione altrui.
Poi nelle curie esercitano il potere assoluto e riscuotono obbedienza di gente che si è votata a tale sacrificio. Magari illuminato, ma assoluto, salvo promozione e rimozione da parte del principale: Il “Servus servorum Dei”.Mai vista una bolla di nomina?
Quanto canone e poca conoscienza delle miserie umane.