Credo esista una sorta di proprietà commutativa dei parlamentari del M5S, in base alla quale cambiando il “portavoce” il risultato non cambia. E il risultato è inevitabilmente una stupidaggine, a maggior ragione quando si tratta di questioni monetarie.
Per esempio, secondo Daniela Torto, portavoce del M5S in commissione Politiche Ue della Camera, “la Bce deve poter agire come prestatore di ultima istanza, agendo nel mercato dei titoli di Stato e fornendo liquidità agli Stati membri, diventando così finalmente una vera banca per i cittadini e non più solo uno strumento per altre banche. Se a questo dato ci aggiungiamo l’atteggiamento di Bruxelles nei confronti di alcuni Stati puntualmente ‘graziati’ sul surplus commerciale, ci accorgiamo del perché l’Unione europea stia annegando, sospesa tra l’inutile austerity imposta ai più deboli e i pesanti vantaggi concessi ai più forti. Ecco perché noi crediamo che i meccanismi europei vadano profondamente rivisti, affinché il complesso sistema burocratico di regole dettate da Bruxelles, torni a rispondere ai veri interessi dei cittadini e non più a quelli di lobby e falchi dell’austerity”.
Al 10 maggio 2019, su un bilancio complessivo di 4.685 miliardi di euro l’Eurosistema deteneva un totale di 2.860 miliardi di euro di titoli, dei quali circa 2.100 miliardi, ossia circa tre quarti, erano titoli di Stato. Quattro anni fa gli importi erano circa un quarto di quelli appena riportati. Prima di sostenere che la BCE non ha stampato abbastanza euro per comprare titoli (per lo più) di Stato sarebbe il caso di dare un’occhiata a questi numeri.
Mi rendo conto che per chi crede che la via alla prosperità passi per la stampante monetaria la quantità di euro freschi di stampa sarà sempre insufficiente. Il problema, però, è che a dar retta a questi signori il rischio concreto è di trovarsi in situazioni venezuelane, e anche a quel punto suppongo che sarebbe colpa di qualche nemico esterno, che in questo caso non sarebbero gli americani, ma probabilmente sempre Bruxelles o i tedeschi.
Tra l’altro, un decennio di politiche monetarie molto più espansive delle già non restrittive politiche precedenti, hanno avuto come conseguenza una redistribuzione regressiva. In altri termini, a beneficiare della politica monetaria espansiva sono stati coloro che già in partenza possedevano patrimoni consistenti, e questo nonostante gli Stati, tramite il quantitative easing, abbiano beneficiato di un consistente calo della spesa per interessi (oltre all’incasso di gran parte degli interessi sui titoli finiti nei bilanci delle banche centrali, con una partita di giro bella e buona).
Quanto all’austerity, coloro che si lagnano un giorno sì e l’altro pure vorrebbero semplicemente poter spendere senza limiti, e ogni limite imposto dalla realtà prima ancora che dalle regole europee è visto come un complotto per opera di falchi più o meno rapaci. In Europa molte cose andrebbero certamente riviste. Non in peggio, però.