La brigata benpensante italiana che, oggi, si unirà ai manifestanti di Parigi, in difesa della libertà di espressione, parola e critica, cita un aforisma del Trattato sulla tolleranza di Voltaire, così come gli viene attribuito: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente”. Che anime belle no? Già, se non fossero anche ipocrite!
Poco tempo fa, Francesco Storace è stato condannato a 6 mesi per “vilipendio”, per aver criticato Giorgio Napolitano. Storace, che per i “volteriani” è uno “sporco fascista”, è un personaggio famoso e della sua pena riportarono la notizia tutti i giornali, evitando, chissà come mai, di farla commentare a qualche editorialista “tollerante”, che prendesse le difese dell’ex presidente della Regione Lazio.
Storace è figura nota dicevamo, ma il signor “Fabio F. di Monza non lo è. Eppure, anche lui, nell’indifferenza totale dei corifei di regime, è sotto processo per aver criticato il presidente della Repubblica italiana. Scrive “il Cittadino di Monza Brianza”: “Era tra i protagonisti di ‘Io odio Giorgio Napolitano’, senza tanti giri di parole, una pagina Facebook per esprimere dissenso nei confronti del Presidente della Repubblica costata cara a un monzese 24enne, denunciato con altre otto persone di vilipendio. È in attesa di giudizio, ma visto come è andata a Fabio F. un 33enne spezzino, siciliano d’origine, condannato nei giorni scorsi a 5 mesi e 10 giorni (pena sospesa) e al pagamento delle spese (già presentato ricorso), non sembra nutrire molte speranze sull’esito della vicenda”. Napolitano sta un gradino sopra dio insomma!
In questo paese dove nani, ballerine, mandolinari, statalisti e leccapiedi liberali sono la spina dorsale della società, se dici che “l’Italia è un paese di merda” vieni processato e condannato. Ed anche in questo caso, i fans di Voltaire dimenticano il suo “Trattato” sugli scaffali delle loro raffinate librerie, evitando di impugnarlo e menzionarlo per difendere la libertà di parola, critica ed espressione di chi non è affine alle loro idee politiche.
Morale? La lascio alle parole di un amico, che preferisco non citare per evitargli eventuali problemi: “Tra le categorie di persone che proprio non tollero – oltre ai parassiti, va da sé – ci sono gli ipocriti, i sepolcri imbiancati e i perbenisti. Questi trasudano falsità da ogni poro, ma hanno un incoercibile impulso a mostrarsi specchiati ed intemerati agli occhi del mondo. Si ergono a censori dei costumi, sempre pronti a criticare, a giudicare gli altri e a sputar sentenze su comportamenti che non ledono proprio nessuno, dall’alto della loro pretesa superiorità morale e in virtù della loro irreprensibile condotta esteriore: ma il loro linguaggio corrotto è pari almeno alla corruzione della loro anima. L’integrità morale e l’onestà intellettuale delle puttane è sicuramente da preferirsi a quella di questi chierici castrati”. E anche un po’ castristi…
Altro aforisma di Voltaire: Per sapere chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare. Maurice Siné lo scoprì. Non fu ucciso (creare un martire non è saggio) ma il licenziamento servì per educare altri sull’autocensura.
Fu comunque risarcito con 90.000 euro per licenziamento ingiusto
Come ho detto, di martirio non si trattava. Ma tenga presente che successivamente la Lycra lo citò per incitamento all’odio razziale, e fu oggetto di una minaccia di morte pubblicata su un sito della JDL. Altri giornalisti/fumettisti meno anziani e meno benestanti di lui avranno imparato la lezione.
Me ne fotto di napolitano.
Lo metto nel suo angolino con gli altri che hanno le responsabilità del degrado e della miseria in cui stiamo sollazzandoci, in questa latrina peninsulare.
Io li vedo gli ipocriti, i benpensanti d’annata, i buoni apparenti, i conformisti a metano.
Li vedo nella vita quotidiana, ovunque.
Li leggo , li intravvedo in tv.
Sono personaggi senza scrupolo tra i peggiori, perché mentono perfino a sé stessi.
Come direbbe mio nonno , a tutti costoro ci vorrebbe della sana, vera miseria.
Quando ne incontro qualcuno , quando lo sento parlare, colgo sempre l’occasione per tirare fuori tutto il libertarismo che posso avere.
Il che diventa regolarmente un qualcosa di incredibile, di strano, quasi scandaloso.
E mi diverto, molto.
Sono solo stronzi che fanno i fenomeni e i froci col culo degli altri.
Ecco perché auguro loro una miseria da trescone.