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Cina, stazioni di polizia all’estero per sorvegliare i suoi cittadini emigrati

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di MICHAEL LEE La Cina ha aperto dozzine di "stazioni di polizia d'oltremare" in tutto il mondo per sorvegliare i suoi cittadini che vivono all'estero, di cui una a New York e tre a Toronto. "Queste operazioni eludono la cooperazione giudiziaria e di polizia ufficiale bilaterale e violano lo stato di diritto internazionale, oltre a minare potenzialmente l'integrità territoriale di paesi terzi, istituendo un meccanismo di polizia parallelo con metodi illegali", si legge in un rapporto di Safeguard Defenders, un rapporto sui diritti umani, pubblicato all'inizio di questo mese. Il rapporto, intitolato "110 Overseas: Chinese Transnational Policing Gone Wild", descrive dettagliatamente i vasti sforzi della Cina per combattere la "frode" dei suoi cittadini che vivono all'estero, in parte aprendo diverse stazioni di polizia nei cinque continenti che hanno aiutato le autorità cinesi a "portare avanti operazioni di polizia in territorio estero”. L'Europa è quella che ospita la
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