venerdì, Dicembre 27, 2024
3.8 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Colombatto ribadisce: far fallire l’italia rimane l’opzione più seria

Da leggere

titanic5di LEONARDO FACCO

A quattro a passa anni dalla proposta “provocatoria” del Manifesto per far fallire l’Italia, Enrico Colombatto non ha dubbi: “Sicuramente io ed Eusepi, che con me lo ha elaborato, lo ripresenteremmo così come è. E’ una questione di onestà intellettuale e trasparenza. Che i libri contabili italiani siano ancora da portare in tribunalespiega il professor Enrico Colombatto, docente di Economia all’Università di Torino – non c’è dubbio. Nonostante i tassi siano scesi il debito pubblico ha continuato a crescere e gli altri parametri non è che siano migliorati”.

Quel che Colombatto ed Eusepi, nel 2011, auspicavano nel loro “Manifesto per il fallimento dell’Italia” era questo:

– I titoli del debito pubblico emessi dallo stato italiano vengano considerati inesigibili, indipendentemente dalla natura e dalla residenza dei detentori;

– Il pagamento degli interessi venga azzerato con effetto immediato;

– Le proprietà dello Stato italiano – mobiliari e immobiliari – siano conferite a un fondo, le cui quote saranno assegnate ai detentori dei titoli corrispondenti al debito pubblico italiano, in proporzione alle quote di debito pubblico in loro possesso;

– L’avanzo primario, attualmente pari a circa il 3% del Pil, sia interamente utilizzato per una riduzione della pressione fiscale;

– Sia totalmente deregolamentato l’accesso al mercato bancario italiano, affinché le banche italiane in difficoltà possano essere eventualmente rilevate – parzialmente o totalmente – da operatori stranieri.

Colombatto“Ormairibadisce Colombattohanno chiuso gli occhi sul sistema bancario e su tutto il resto in Europa. La scelta di continuare a stampare euro è una scelta prettamente politica”. E le riforme? “Quali? Quella che si va a votare il 4 dicembre prossimo?”, si chiede con un sorriso sarcastico il professore. “La gente verrà chiamata ad esprimersi su che fare di 315 senatori, suvvia. Ciò che davvero è necessario è una vera e seria riforma dell’amministrazione pubblica, della magistratura e del sistema fiscale. Lei ha visto qualcosa del genere”.  

Se chiedi a Colombatto come siamo messi in materia di “declino”, il professore non ha dubbi: “Il declino c’è ed è continuo, non siamo ancora alla catastrofe però, non siamo ancora il Venezuela per intenderci. E sapete perché? Perchè c’è ancora un sacco di gente che si spacca la schiena lavorando. Ma quello che la classe politica non ha ancora capito, e che io vedo molto bene dalla mia cattedra, è la quantità di giovani che fuggono e non sto parlando solo di quelli che chiamano “cervelli”. Non esiste più il ricambio, mi spiego: il piccolo imprenditore 50enne rimane, si dà da fare, ci prova insomma; ma suo figlio no. Tutti quelli che possono, fanno studiare ai figli almeno un paio di lingue e li preparano per andare a cercarsi il futuro altrove”.

Quindi professore, come siam messi? “Siamo come quelli che stavano sul Titanic che affonda, serve uno scrollone, una secchiata d’acqua gelata in faccia per risvegliarsi e guardare negli occhi la realtà. Masostiene Colombatto, con un certo rammariconon vedo alcuna volontà politica per fare ciò e, tantomeno, vedo nella classe politica il coraggio per farlo. E non parlo solo dei politici italiani, ma anche di quelli europei. Ritoccano le pensioni per adeguarla al declino appunto, ma di attrarre imprese non se ne parla proprio”.

Ci riprovo professore, quindi? “Quindi più rimandiamo la resa dei conti e più il conto sarà salato”!

Correlati

4 COMMENTS

  1. Possiamo presentare varie tesi a seguito di vari studi ed analisi, piu’ o meno veri, piu’ o meno intelligenti, in teoria saremmo corretti, ma in pratica se il palazzo poggia verso il basso oggi faremo (lo stiamo facendo) una brutta fine. Senza se e senza ma.
    Purtroppo l’intellighenzia per troppo tempo si e’ seduta aspettando che altri facessero: oggi ne paga, ne paghiamo, le conseguenze.
    C’e’ gente che ha benedetto l’arrivo dell’euro, Prodi e C docet.
    Poi a seguire un’europa da “porigrami” che sta facendo il resto e sempre con la benedizione dei piu’ “dotati”. I fatti d’oggi docet.
    Si evince che ha prevalso un pensiero politico poco attento, ignorante. O forse molto attento tanto che si e’ creato un suo mondo conquistando il potere..?
    Io ho sempre un chiodo li’ in testa. Oggi ne sento solo sussurrare, cioe’ tutto e’ avvenuto grazie alle teste intellighenti “distratte”, malate, e cioe’ che (ma guarda un po’) il komunismo e’ la causa e l’effetto di tale dottrina ereditata negli ultimi secoli e tenuta in vita per l’appunto dagli intellighentis in particolare.
    In italia, ma non solo, tale dottrina regna senza ostacoli. Anzi. Si e’ talmente mimetizzata che la colpa del DISASTRO sociale ed economico e’ colpa di tutti gli altri. Di tutte le altre dottrine o forse politiche.
    Cosi’ il komunismo regna in incognito e quindi SENZA COLPE. Ottengono cosi’ ancora dei bei consensi di cui la tenuta del potere. Ha in mano tutti i punti chiave del potere.
    Quindi, consenso (ancora molto forte) e cassa danno il vero potere in mano a chi sa meglio destreggiarsi e il komunismo e’ maestro sui temi. Camaleontisticamente sa come ottenere il consenso. Quanti discorsi ad effetto fanno, sanno fare. Ci cascano per fino gli intellighentis..??
    E dunque, se la testa e’ malata come se ne uscira’ e quando..?
    Se non si rispettera’ questa “un re non si fara’ mai e poi mai una legge contro” sara’ impossibile: sara’ solo un raggirare il cosiddetto popolo. Lo si illudera’. Insomma bisogna GUARIRE.
    La costituzione (fatta usando solo tante belle parole) dovrebbe essere rifatta di sana pianta: i tempi sono altri e quindi quella, detta piu’ bella del mondo, non vale piu’ se non ci e’ davvero contro.
    Si pensi all’INVASIONE in atto e la carta “piu’ bella del mondo” lo consente, anzi, se qualcuno si oppone e’ messo al rogo. La legge ci e’ contro mentre dovrebbe difenderci.
    Credo che senza un vero MIRACOLO, salvo che non intervenga un disastro sociale ed economico, non si salvera’ nessuno.
    Ricordiamoci una cosa molto importante che vale e varra’ in aeternum: da sempre CAPITRIBU’ E STREGONI hanno governato i popoli. Oggi sono spariti i due gruppi o se vogliamo le due teste e per questo siamo in confusione e stiamo scivolando in fondo al mare, nei primi tempi lentamente ma oggi in rapida discesa, proprio come fece il Titanic: i due pezzi (si era spezzato in due) uniti tenevano a galla lo scafo. Spezzatosi, affondo’.
    Qualcuno si chiedera’: ma serve tenerlo unito per la sua sopravvivenza?
    No.
    Il progetto di questo TITANIC e’ brutto e poco funzionale, sarebbe affondato piu’ tardi in altra occasione: va portato in secca e demolito per poi ri progettarlo di sana pianta. Magari facendo piu’ Titanic richiamandoli con nomi piu’ consoni.
    Il resto, tutto il resto, verra’ da solo, spontaneamente. Bastera’ solo indicare la scaletta per salire a bordo degli scafi.

    A noi bassi e poveri non rimane che la preghiera.
    Amen

  2. Sono d’accordo con Colombatto, una analisi impietosa ma corretta. I dettagli li si può discutere, quello che non si deve discutere è che lo stato Italia è fallito. E’ la realtà. Io opterei piuttosto per l’irredimibile, che consente di gestire meglio il rientro dal disastro. E’ già stato usato più volte e ha funzionato bene.

  3. L’analisi di Colombatto a prima vista appare corretta, ma invece è insufficiente. È giusto fare default totale sul debito pubblico, in primo luogo perché è “immorale” in quanto è servito solo ai politici ed in esso sono finiti tutti gli errori, i lussi, le mance elettorali (80 euro di Renzi, 20.000 forestali in Calabria, pensioni d’oro, ecc.) e quindi dovrebbero essere solo i politici ed i parlamentari, creando un fondo pignorando i loro beni, a ripagarlo. In secondo luogo è assurdo attendersi che possa diminuire magari a botte di 50 miliardi all’anno per 20 anni. Ma l’eventuale risparmio sugli interessi, il 3%, verrebbe ben presto riassorbito dalla spesa pubblica italiana che è formata in maniera da essere in costante aumento. Pensiamo ai dipendenti pubblici, dall’introduzione dell’Euro mentre i salari del settore privato sono rimasti fermi, quelli pubblici sono sempre aumentati anche a fronte di una produttività nettamente inferiore.
    Occorrerebbe quindi oltre ad azzerare il debito pubblico impedire per legge la formazione di nuovo debito, di avere il deficit di bilancio con dolore dei keynesiani, ed infine mettere un tetto fiscale globale e previdenziale del 30% per i redditi medio-bassi e le piccole-medie aziende, in modo da evitare che i cittadini vengano usati come bancomat. Questo imporrebbe il rigore nella gestione pubblica.
    L’unica soluzione è l’indipendenza. Il debito pubblico se lo pagherebbero gli italiani, copiando la Svizzera ed adottando le sue leggi e la sua fiscalità, la previdenza sarebbe privata quindi niente più pensioni d’oro, sociali, baby pensioni, finte pensioni d’invalidità, contributi figurativi non versati, versamenti per pensioni di ferrovieri, postini, ecc. In caso di insolvenza italiana le pensioni padane verrebbero garantite pignorando i beni e di conti correnti degli immigrati e coloni italiani in Padania. La Sanità sarebbe privata, quindi tutti gli sprechi, le mangiatoie dei partiti in questo settore non ricadrebbero più sui cittadini. Pensate solo per effetto delle differenti aliquote l’aliquota massima Iva scenderebbe dal 22% al 8%, un risparmio del 16% sui prezzi dall’oggi al domani. Avremmo di nuovo la nostra moneta e quindi avere un cambio non penalizzante come quello Euro-Lira per le nostre aziende ed il turismo, avremmo leggi certe, scritte bene e funzionanti. I dipendenti pubblici scenderebbero dall’attuale rapporto di 1 ogni 17 abitanti ad 1 ogni 60 abitanti, in poche parole il dimezzamento della spesa pubblica. I cantoni potrebbero adottare incentivi per attirare le aziende estere e far tornare quelle padane che sono fuggite. Apposite leggi bancarie farebbero tornare le banche a fare le banche e quindi il motore dell’economia prestando alle aziende i risparmi dei correntisti.
    L’Italia non è riformabile è come un arto in cancrena che deve essere amputato prima che infetti il resto del corpo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti