di ARTURO DOILO
Se lo Stato del Nebraska si è dichiarato, un paio d'anni fa, un "santuario del Secondo emendamento", in Brasile, il rieletto presidente comunista, pregiudicato e mondialista oggi in carica, ha decretato il divieto totale di tutte le armi da fuoco, dichiarando che il governo d'ora in poi sarà l'unica fonte di sicurezza per i brasiliani.
La nuova legge introduce rigide restrizioni basate sulle politiche di disarmo dei cittadini, impedisce ai civili di acquistare armi da fuoco e vieta ai cittadini di acquistare pistole calibro 38, 40, 45, ACP e 9mm. Non bastasse, Lula ha anche vietato l'acquisto di armi semiautomatiche. Non solo: coloro che possiedono armi da fuoco dovranno consegnarle al governo o essere arrestati.
Si tratta, chiaramente, di una scelta di discontinuità rispetto alle politiche di Bolsonaro, che qualche risultato positivo lo avevano dato. Thegatewaypundit.com scrive: "La politica sugli armamenti di Bolsonaro ha portato risultati positivi per il