di ARTURO DOILO
C’è un bellissimo libro, risale al 1968, che si intitola “Come si diventa nazisti”, in Italia è edito da Einaudi. Lo scrittore, William Sheridan Allen, racconta la storia di come una cittadina tedesca (Nordheim, circa diecimila anime) negli Anni Trenta si sia convertita al nazional-socialismo. Avvenne tutto col consenso dei suoi abitanti.
Lo consiglio, è una lettura istruttiva che di questi tempi di regime totalitario fondato Sulla covidiozia (che al nazional-socialismo assomiglia molto) fa il paio con le parole scritte da Primo Levi, uno che il Lager lo ha conosciuto per davvero. Eccole:
- «Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. Non iniziò con i 6 milioni di ebrei che persero la vita. E non iniziò nemmeno con gli altri 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, yugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali.
- Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”.
- Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione. Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all’aumento del consenso.
- Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla “razza” e al colore della pelle. Iniziò con i bambini espulsi da scuola, perché figli di persone di un’altra religione. Iniziò con le persone private dei loro beni, dei loro affetti, delle loro case, della loro dignità. Iniziò con la schedatura degli intellettuali. Iniziò con la ghettizzazione e con la deportazione.
- Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse “normale”».
Preoccupatevi, perché il green pass assomiglia molto all’Ahnenpass hitleriano e alla stella gialla imposta agli ebrei, ma anche perché dopo 16 mesi di follia psico-sanitaria (foraggiata da medici e scienziati che hanno venduto la loro anima al potere), siamo alle porte di uno dei periodi più bui della storia dell’umanità. Dal nazismo al CORONAzismo è un attimo. A meno che con veemenza e inflessibilità non sapremo dire “basta”!
Purtroppo debbo dare un giudizio molto negativo su quest insieme di considerazioni, fermo restando ovviamente il pieno consenso sulla lotta alla dittatura sanitaria. Non sono d’accordo prima di tutto perché il libro a cui ci si riferisce è uno dei migliori esempi di come gli americani fraintendano sempre le cose e poi perché il nazismo e la sua ascesa al potere hanno ben poco a che vedere on l’attuale totalitarismo sanitario, anzi ne sono un ‘immagine speculare, ossia invertita. Lo dico non per amore di polemica, ma perché credo che avere le idee chiare e distinte sia la condizione di base per poter respingere con successo questo attacco alle nostre vite.
Spettabile Alberto, le dinamiche sociali (ovvero della gente comune) non differisce affatto dall’accettazione del totalitarismo a base sanitaria di oggi (il cui regista è l’internazionale socialista) e il totalitarismo nazista. Ad oggi, mancano ancora le squadracce, le SA, in azione, anche se il comportamento delle forze dell’ordine durante questi ultimi 16 mesi sono prodromiche ad azioni successive, in cui anziché le semplici multe potrebbero infliggere pene peggiori.