“Nessuna invidia sociale, solo solidarietà ed equità. Su questo siamo assolutamente determinati, perché gran parte del Paese con la crisi ha sofferto moltissimo ed una piccola parte ha invece mantenuto o ha visto crescere la sua ricchezza”. Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, ha così commentato la presentazione da parte del suo sindacato di un disegno di legge di iniziativa popolare per il quale presto inizierà la raccolta delle firme, che prevede di aumentare la redistribuzione mediante sgravi fiscali per taluni e aumenti di imposte, patrimoniali incluse, per altri.
Solidarietà ed equità sono due concetti molto abusati dai redistributori di ogni tempo e luogo. Peccato che si tratti sempre di solidarietà imposta ad altri e di equità arbitrariamente definita dai redistributori medesimi.
Sulla solidarietà non spenderò troppe parole. Credo sia sufficiente puntualizzare che o i comportamenti solidali sono volontari, oppure si è in presenza di coercizione subita da coloro ai quali viene imposto (nel caso di specie, mediante il fisco) di essere solidali con altre persone, senza neppure poter scegliere i beneficiari. La redistribuzione operata mediante il fisco non ha nulla a che vedere con l’autentica solidarietà.
Per quanto riguarda l’equità, nessun redistributore potrà mai dimostrare che ciò che intende per equità non sia, in realtà, arbitrariamente definito. Credo che l’unica autentica equità (nel caso di specie nella distribuzione della ricchezza) sia quella che risulta da azioni e scambi volontari.
Il fatto che Tizio abbia un reddito di 1.000 euro e Caio un reddito di 100.000 euro non autorizza nessuno a sostenere che Tizio sia iniquamente povero e Caio sia iniquamente ricco, se non dopo aver analizzato come sono generati i redditi per entrambi. Tizio potrebbe aver rubato quei 1.000 euro, mentre Caio potrebbe aver ottenuto i sui 100.000 euro solo in base a scambi volontari e senza aver beneficiato di agevolazioni/protezioni normative.
In ogni caso non può essere considerato equo prendere a Caio per dare a Tizio, a meno che Caio non abbia rubato a Tizio.
Più volte ho sottolineato come, per esempio, la politica monetaria espansiva posta in essere dalle banche centrali abbia effetti redistributivi, beneficiando chi per primo entra in possesso del denaro immesso nel sistema. La soluzione, tuttavia, non consiste nel tassare tutti coloro che hanno determinati redditi, bensì nel rimuovere la causa di quel beneficio indebito.
Altrimenti, invidia sociale o non invidia sociale, il rimedio è peggiore del presunto male.