Che le tasse siano un tormento è un dato di fatto. Altro che “il piacere di pagarle” come ha detto lo “schioppato” Schioppa, uno degli sfondatori della finanza italiana. Che continui per incapacità, per faciloneria e quant’altro ad aumentare le entrate fiscali per tappare i buchi della gestione è l’unica cosa stupida che un incapace può fare, giustificando l’operazione con la storia opportunamente gonfiata dell’evasione fiscale. Evasione che esiste, per carità, ma non nella misura decantata. Con un’abissale differenza tra Nord e Sud . E’ questo pure un altro dato di fatto.
Dispotismo indulgente
Qualcuno degli alti burocrati ha cominciato ad ammettere, in un suo scritto, che è in atto un “dispotismo indulgente”, come ha titolato Luigi Mazzella, membro della Corte Costituzionale, in un suo recente libro. Gentile eufemismo per definire una dittatura non violenta (non violenta si fa per dire, ma comunque solo per ora). Di questa politica fa parte il costante e continuo aumento della pressione fiscale, nell’evidente intento di trasformare i cittadini in schiavi sottomessi e plaudenti.
Pensate solamente che oltre la metà del nostro lavoro ci viene sottratta a fronte di servizi pubblici allo stesso tasso della crescita fiscale,ma di segno contrario. Vien quasi voglia di rimpiangere il tempo di Mussolini il quale era sì un dittatore, ma molto meno opprimente dei governanti attuali. E non mi si dica che a quei tempi non era possibile esprimersi liberamente perché ora il “pensiero unico” viene imposto in maniera ben più subdola.
Basti pensare all’esempio di Tavecchio, di cui non conosco (né mi interessa conoscere) vizi e virtù, che si tenta di segare come “indegno” solo per aver dato del “mangiatore di banane” ad un africano. In compenso si continua a dare tranquillamente dei polentoni ai cittadini del nord scaldandosi solo quando rispondono con il termine di “terroni” rivolto ai cittadini del sud.
In altro articolo abbiamo abbondantemente dimostrato usando dati ufficiali che l’evasione non è quella dichiarata, che è concentrata al Sud e che il Nord paga le tasse come gli altri cittadini europei Vogliamo solo evidenziare altri due punti.
1.-Il ricupero dell’evasione, nella misura che verrà realizzato, non lo pagherebbero solo gli evasori, ma anche, anzi principalmente, i pacifici cittadini. Se dovessi obbligare il mio idraulico a farmi la fattura pagherei io l’IVA e una parte delle maggiori tasse che l’operatore sarebbe costretto a pagare per incremento di reddito. Questo, in termini fiscali, si chiama semplicemente “traslazione di imposta”. E quindi chi già paga verrebbe ulteriormente gravato.
2.-Poiché la pressione fiscale è data da X (entrate fiscali)/Y (numero dei cittadini) se aumento X la pressione AUMENTA aldilà delle balle che ci vogliono propinare. Se infatti dovesse essere vero ( ma non lo sarà mai) che un ricupero dell’evasione verrebbe ad essere diretto verso una riduzione della pressione fiscale, si farebbe solo un’opera di maggior giustizia fiscale, ma non un’opera di riduzione del debito pubblico, per cui la situazione della “barcaccia sfondata” Italia rimarrebbe immutata.
Che cosa abbiamo da contrapporre
Ci sarebbero alcune cose da realizzare e di non scarsa importanza.
La prima, volta allo scopo di impedire trattamenti da “invasori” nei confronti dei cittadini da parte dei funzionari di Equitalia, è quella di battersi per far si che le Regioni divengano Sostituto di Imposta , trattenendo un equo aggio. Realizzando così un non trascurabile guadagno per le Regioni e per i cittadini. Sostituto di imposta che sono stati e sono tuttora COSTRETTI ad attuare gli imprenditori nei confronti dei loro dipendenti. Siccome questo provvedimento faceva comodo a Roma ,che ama guadagnare senza fare fatica, lo hanno varato con velocità supersonica.
La seconda, in sede regionale è quella di attivare le compensazioni di imposta equiparando così tempi di pagamenti degli enti pubblici (strozzineschi ) ai tempi di incasso degli enti fiscali (delinquenziali).
La terza, e non ultima per importanza, è quella di semplificare i titoli di imposta unificando tra quelli veramente indispensabili. Esempio del caos di titoli da semplificare è dato dalle tasse, tassine e tassette sulla casa che hanno , come unica base non una giustificazione tecnica, ma esclusivamente l’abusato costume di fottere i cittadini.
Come si vede di cosa fattibili e, sopratutto utili ce ne sono un mucchio. Variano solo le precedenze e la capacità di proporle e di attuarle. I politici , se hanno voglia di cambiare qualcosa, smettano di seguitare ad indicare la luna, come fossimo degli scemi! Come pensavano che lo fossimo i sessantottini.
Mi pare che le proposte vertano tutte su un assioma: la Padania rimarrà sotto occupazione italiana. Ma l’occupazione italiana, essendo di fatto una colonizzazione, quindi invio di coloni e spoliazione sistematica delle risorse del territorio per indirizzarle alla “madrepatria”, non può accettare qualsiasi variazione che limiti o elimini gli effetti della colonozzazione.
Vi dico solo che il cuneo fiscale sulle buste paga in itaglia è del 50%, in Svizzera è dell’8 %.
Già gli antichi romani provocarono una rivolta in Britannia proprio con la tassazione. Gli esattori locali, per arricchirsi, costringevano a complicazioni varie i sudditi britanni (tipo andare a pagare le imposte lontano) e se non volevano dovevano pagare tangenti e bustarelle.
Ve lo immaginate un sistema tributario di uno Stato da terzo mondo con mentalità mediorientale come quello itagliano che semplifica le cose per togliere potere (ed anche potere di bustarella) ai suoi funzionari?