di GIANFRANCESCO RUGGERI
Erano anni che non mi recavo più a Pontida, ma a causa dell’insistenza di qualche amico secessionista, stamattina ci sono andato. Non l’avessi mai fatto, eccovi la cronaca di una mattina nauseante.
Ore 09.30: non sono ancora partito che mi scrive un amico e mi informa che quelli di “Noi con Salvini” hanno già occupato le prime file davanti al palco. Premetto che d’ora in poi non userò più questo nome, anche tra virgolette mi urta, mi infastidisce, mi sembra comunque di essere partecipe di un qualcosa che non posso condividere. Volevo utilizzare “Voi con Salvini”, ma mi sono reso conto che sarebbe offensivo verso molti di voi cari lettori, così ho optato per “Loro con Salvini” e vi invito tutti ad utilizzar questo nome!
Ore 10.00: prendo il treno e come sempre Trenord ci rifila un rottame con le ruote. È pieno zeppo di leghisti, a metà viaggio compare il controllore, una donna, di colore, molto carina. Mi chiedo se non l’abbiano scelta apposta, magari con la speranza di creare un caso, invece non succede nulla, tutti mostrano il biglietto e nessuno estrae il machete.
Ore 10.30: arrivo al prato e lungo la via trovo uno striscione decisamente secessionista (foto 1), la cosa mi rinfranca e faccio quattro chiacchiere con Ferdinando che l’ha legato alle transenne. Il mio buon umore finisce lì, mi racconta che l’aveva legato vicino al palco, sulla ruspa, ma il servizio d’ordine gli ha imposto di toglierlo. La motivazione ufficiale sarebbe il piccolo mitra impugnato dall’Alberto da Giussano al posto della classica spada, tanto piccolo che francamente non me ne ero accorto e credo neppure voi.
Sempre Ferdinando mi fa notare i colori del palco, è tutto giallo e blu, i colori di “Noi con Salvini” di cui compare anche il logo in bella vista, appena sopra c’è il simbolo della Lega, ormai depurato dal nome Padania. Alle mie spalle, sulla collina un grande Sole delle Alpi guarda tutta la vallata (foto 2) e mi è così subito chiara la geografia dei luoghi: giallo e blu, “Noi con Salvini”, ruspe e demenzialità varie vicino al palco, soli delle alpi e secessionisti belli distanti per cortesia! Ma non finisce qui.
Ore 10.45: mi spingo sotto il palco per vedere da vicino quelli di “Loro con Salvini”, uno di loro viene intervistato da una tv e ascolto brevemente cosa dice, a memoria il suo discorso è più o meno questo: “non importa nord o sud, non importa chi sta sopra o chi sta sotto, – pezzo incomprensibile – perché siamo tutti con Salvini”. Mi chiedo se si renda conto del doppio senso, non importa chi sta sopra o chi sta sotto, poi mi rendo conto che anche un eventuale doppio senso è in linea con la morale della favola, non importa chi sta sopra o chi sta sotto, tanto è sempre il padano che lo prende in quel posto! Mi volto ed eccone altri con lo striscione “Bari con Salvini” (foto 3) e li vicino il loro gazebo per il tesseramento. Benissimo.
Ore 11.15: trovo gli amici secessionisti, per tirarci su il morale decidiamo di andare al banchetto di Terra Insubre, dove si vocifera la presenza di Oneto: fatemi prendere una boccata d’aria pura! “Ma tu sei matto, è dall’altra parte del prato, figurati se riusciamo ad arrivar là con tutta la gente che c’è!”, rispondo “guarda che il prato lo attraversi in un attimo è mezzo vuoto”. In effetti in 60 secondi attraversiamo tutto il prato, da lontano sembra pieno, ma in realtà ci sono vuoti enormi. Al banchetto mi dicono che Oneto non si è visto, chiedo se hanno il suo ultimo libro, il Guerrone, mi dicono che è esaurito. Oggi non me ne va bene una, comunque complimento Gilberto, il tuo libro è un successo!
Mentre siamo li indecisi sul da farsi ascoltiamo dal palco non so chi che continua a parlarci di i-taglia e i-tagliani, così il mio amico Gigi grida provocatoriamente “viva l’i-taglia”, ma uno con la camicia verde davanti a noi, che non ha colto l’ironia, si gira e lo guarda male. Intervengo io: “Tranquillo era ironico, se no a questo punto gli avevo già rotto una gamba io!” e la camicia verde risponde “e io l’altra!” Battute a parte, non è il solo che mostra imbarazzo e perplessità, mentre dal palco ci ripetono che dobbiamo risolvere i problemi della Lombardia, del Veneto, della Puglia, ecc. che dobbiamo risolvere i problemi d’i-taglia! Mi sembra ci siano due Pontida, mi sembra che i leghisti siano dei separati in casa, infatti dal palco continuano a parlare di zingari, di extracomunitari e di i-taglia e molti sul prato si bevono queste storielle, mentre molti altri, anche se silenziosamente, pensano ancora alla secessione e alla Padania come testimoniano certi striscioni (foto 4 e 5). Voci raccolte sul prato mi raccontano persino di un’altra Pontida, quella che è andata in onda sabato sera, dove sembra che l’atmosfera fosse ben diversa, cori secessionisti, attentati vari all’unità, compreso qualche tricolore dato alle fiamme. Dopo aver raccolto queste notizie incontro uno sparuto gruppo di persone con le bandiere della Lega Italica, francamente non so cosa sia, li per li però mi dà l’impressione che sia un presagio per un futuro neppure troppo lontano (foto 6). Ho poi dato un’occhiata al loro sito, vi campeggia la scritta “per un nuovo risorgimento italiano”, come a dire che non ne bastava già uno!
Sul pratone spopola la maglietta “ruspe in azione” e come saprete c’era anche una ruspa enorme. La cosa potrebbe tradire un trauma infantile o una regressione all’infanzia, c’era chi giocava con i trenini e chi con le ruspe, ma politicamente non significa nulla, siamo al vuoto totale, al nulla cosmico. A parte il fatto che nella mia città il campo rom non c’è neppure, ma se anche ci fosse e lo rado al suolo, poi cosa cambia?
L’i-taglia sarebbe sempre li e con lei la rapina fiscale e la deprivazione culturale che ci impone e queste teste vuote non si rendono conto che mentre giocano con le ruspe continuano a pagare, pagare, pagare e subire, subire, subire. In effetti il vero assente è proprio il concetto di residuo fiscale, la rapina che subiamo, i soldi che Roma e l’I-taglia ci rubano!!! Tutta la dirigenza leghista presa dai rom e dai problemi d’i-taglia non trova un secondo di tempo per parlare del residuo fiscale che vale 100 miliardi all’anno. Mercoledì guardiamo tutti “Chi l’ha visto?” magari loro sanno dirci dove è finito…
Nel frattempo qualcuno dal palco urla che vinceranno, in effetti lo slogan della manifestazione è “siamo qui per vincere”: ancora una volta si tratta di uno slogan che politicamente non vuol dire nulla. Chi vuol perdere? E poi vincere per far cosa? Piuttosto che vincere per far danni, tante volte è meglio perdere con dignità, insomma meglio perdere da padanista che vincere da i-tagliano!
Ore 11.50: è passata un’oretta scarsa e già penso di andarmene, gli amici indipendentisti mi guardano in faccia, uno sbotta: stai proprio male qui, si vede.
Ore 12.05: prima di andare punto di nuovo verso il banchetto di Terra Insubre e chiedo se c’è Oneto, niente da fare, mi volto e vedo di nuovo il prato mezzo vuoto (foto 07, 08, 09). Elettoralmente la strategia di Salvini paga, ma mi domando se questi ampi vuoti non siano dovuti propri al cambio di strategia, in effetti qualche centinaio di “Loro con Salvini” in più e qualche migliaio di militanti secessionisti in meno mi sembrano la migliore spiegazione per i vuoti che vedo, anche perché lungo la provinciale non c’è più la coda di auto e a questo punto chi doveva arrivare è arrivato.
Ore 12.10: mentre vado verso il treno sbaglio strada, finisco davanti alle transenne dove ci sono gli accreditamenti al palco. C’è una piccola ressa, persone con la bandiera siciliana, con quella di “Loro con Salvini Abruzzo” e simili premono per entrare, giurano di essere in contatto con il tal onorevole.
Gli addetti del servizio d’ordine non li fanno passare in attesa che arrivi l’onorevole in questione, comunque è curioso sono gli ultimi arrivati già vanno sul palco. Chiedo anch’io se mi lasciano passare, spiego che non voglio salire sul palco, che vorrei solo raggiungere la stazione, un addetto mi lascia passare, anche se il suo capetto nota la cosa e mi manda a quel paese.
Ore 12.20: mentre aspetto il treno sento ancora i discorsi che giungono dal palco, di nuovo parlano di i-taglia e di i-tagliani. Mi impongo di non ascoltare!
Ore 13.30: i Tg annunciano che a Pontida si tiene il tradizionale raduno leghista: “Ora la Lega si rivolge al Nord e al Sud”, “nel vocabolario leghista sono entrate nuove parole, è entrata la parola i-taglia”. Mi rendo conto che al tradizionale raduno leghista non è rimasto più nulla di tradizionale!
Padania libera… anche dalle ruspe e dai “ruspanti”!
Ps: il mio disgusto per ciò che ho visto e sentito è tale e tanto, che per un po’ mi asterrò dal parlare e persino dal criticare la Lega Nord. Se non troverò altri argomenti su cui scrivere, rinuncerò a scrivere del tutto e spero che voi lettori mi capirete e mi vorrete scusare.
AD REM AI LATI ! padani idem… legaioli non parliamone…
Sono 15 anni che definisco questi figuri degli squallidi poltronari traditori. Hanno condotto qualunque speranza su un binario morto. Il popolo più politicamente analfabeta del mondo ha la classe dirigente che si merita.di libertà.
Caro Gianfrancesco, noi eravamo a Pontida come te. Eravamo a Pontida anche sabato notte ed abbiamo vissuto la parte più autentica, genuina ed indipendentista della kermesse. La partecipazione di pubblico, militanti ed attivisti è stata più che buona visto il crescente disinteresse verso la politica. Forse solo 4 o 5 edizioni hanno visto una maggiore partecipazione di pubblico (ed io dal 1991 le ho fatte quasi tutte). Ti confermo che l’80% dei nostri attivisti è convintamente indipendentista, soprattutto i Giovani Padani. Per quanto riguarda la sigla “noi con Salvini” non ci abbiamo fatto troppo caso, erano una netta minoranza, potenziali voti all’estero che a me non disturbano troppo. Ma la cosa importante è che i tricoloruti erano solo quei 4 della “lega italica”. Oneto è comparso verso le 13 e30 allo stand di Terra Insubre ed è stato accolto come sempre con stima e simpatia dai sinceri indipendentisti. Insomma per farla breve sono soddisfatto non tanto per gli interventi che si sono succeduti dal palco ma bensì per la composizione della nostra platea. Si può e si deve fare di meglio, certo. Ma in LNP i sinceri secessionisti esenti da cadreghe sono ancora molte migliaia, te lo assicuro. Fino all’Indipendenza. Stefano Corti da Muntfiùrin.
Sono d’accordo con te, ci sono ancora tanti militanti secessionisti, l’anno prossimo magari farò un giro il sabato sera anch’io. Temo però che sia iniziato un processo di lavaggio del cervello della militanza, la Lega era l’unico luogo dove circolavano idee alternative al lavaggio del cervello che l’i-taglia porta avanti da decenni, era il partito che veicolava idee alternative, dove si trovavano quelli che tifano contro alla Statale di calcio i-tagliana, dove si incontravano i Miglio, gli Oneto, il partito che ci portava sul Po e non sul Piave. Se ora anche la Lega veicola certi messaggi italocentrici, temo che molti militanti seguiranno questa linea. Ti faccio un esempio, proprio ieri sera ho visto Peppone e Don Camillo, Peppone fa un comizio in piazza, parla da leader comunista, Don Camillo diffonde sull’altoparlante del campanile la musichetta del Piave e Beppone cambia modo di parlare all’istante, ricorda i ragazzi del 99, i sacri confini, non passa lo straniero, ecc, ecc. Il paragone con Salvini sul Piave e le sue paturnie italiche è fin troppo facile, gli esiti potrebbero essere i medesimi, questo è il mio timore, la mia speranza è che i militanti sopportino le sue “stravaganze” e continuino ad essere in cuor loro secessionisti. Sperèm!!!
Sono entrato in Lega Lombarda nel 1990 all’eta’ di 14 anni e gia’ SECESSIONISTA dal 1991 quando si parlava in maniera quasi folcloristica di Repubblica del Nord. Da sempre gli italioni raccolgono voti in Padania, se ora noi ne raccogliessimo alcuni in Ausonia magari eleggendo un qualche indipendentista? Allora Salvini si rivelerebbe un novello Macchiavelli. Forse sono troppo ottimista ma ci spero….. Conosco il film e ho le tue stesse paure. Ma dall’interno, non dall’esterno, e soprattutto liberi da comode cadreghe, in molti combattiamo affinche’ queste paure non si avverino.
Domanda pratica: alle elezioni non votiamo per nessuno o siamo pragmatici e votiamo per il male minore – assumendo sia la Lega?
(Io condivido quel che scrive Ruggeri, ma credo che non votando facciamo solo un favore alla sinistra italiota che, comunque, riesce ad essere ben peggio della Lega e che, come vediamo, è perfettamente in grado di farci tanti danni)
Con il mio articolo non intendo dare alcuna indicazione di voto, né pro, né contro, né di astensione. Ho degli amici che non ne vogliono più sapere di votare lega, così come ho degli amici che sono ancora militanti. Rispetto entrambe le scelte e li considero amici perchè sono tutti secessionisti. Credo che sia una scelta individuale, personale.
Gli argomenti non mancano. Primo fra tutti: che fare?