di MATTEO CORSINI
I dati messi a disposizione dall’INPS offrono sempre spunti interessanti in merito al grande schema Ponzi della previdenza-assistenza pubblica italiana. Per esempio, quasi ma metà dei trattamenti liquidati lo scorso anno era assistenziale, con la spesa totale (nel solo settore privato) che rappresenta il 23,3% dei 248,7 miliardi annui totali.
Interessante anche osservare che al Sud, su ogni mille abitanti, 77,4 percepiscono un assegno di invalidità, quasi il doppio dei 39,4 del Nord. Il che si scontra con un altro dato, ossia che le pensioni al Nord sono mediamente più alte perché sono maggiori i contributi versati e più continui i periodi contributivi. Quindi, anche considerando che una buona parte di tali assegni è indirizzato a persone già anziane, la logica suggerirebbe che al Nord l’esposizione al rischio di restare almeno parzialmente invalidi dovrebbe essere superiore, contrariamente a quanto accade in pratica.
A pensare male si potrebbe supporre che gli assegni di invalidità siano attribuiti con criteri non uniformi nel territorio nazionale e che al Sud, come cantava Checco Zalone, “con un’unghia incarnita eri invalido tutta la vita”. Lui si riferiva alla prima Repubblica, che però è finita da trent’anni (forse non ovunque).
Fatto sta che il dato su quanto eroga l’INPS fa capire che previdenza e assistenza sono i capitoli di spesa che risultano meno toccabili, a giudicare dai trend. Peccato che, poi, ci si lamenti del peggioramento del servizio sanitario, che si pretende essere pubblico e universale, quando ormai è del tutto evidente che molti pagatori di tasse, pur contribuendo alla spesa, sono poi costretti a pagare per prestazioni private (spesso erogate intramoenia degli stessi medici) onde evitare liste d’attesa interminabili.
E si può pure rilevare che l’Italia spende meno della media europea in rapporto al Pil, ma il fatto è che la coperta, se non si vuole landinianamente rendere ancora più infernale il fisco italiano, non può che essere corta.
E si torna sempre al problema della demografia, peggior nemica degli schemi Ponzi pubblici, e all’illusione, ancora alimentata, con qualche variazione sul tema, da tutti coloro che chiedono il voto, che sia possibile mandare avanti questo carrozzone senza soluzioni traumatiche. Ma il barattolo finora calciato avanti arriverà prima o poi al muro (o al precipizio, se preferite).