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Conquistare roma manda in tilt i leghisti, che litigano fra loro

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SALVINI ROMAdi REDAZIONE

Da Roma come bacino elettorale inesplorato da cui rosicchiare voti a una Capitale da occupare con l’obiettivo di collezionare addirittura qualche poltrona in Campidoglio. Si è accelerata negli ultimi mesi la corsa della Lega Nord verso il centro Italia. E quella che sembrava una compatta ‘invasione’ politica dalle regioni nordiche, sta assumendo sempre più i contorni di una disordinata e selvaggia conquista di un West conteso dalle diverse anime del partito padano. Il terreno di battaglia sono quasi sempre le periferie infuocate dalle proteste e da un malcontento facilmente indirizzabile verso derive razziste e securitarie, spesso cavallo di battaglia del partito padano. Un bottino di guerra ambito, quello della Capitale, che ha un suo peso politico anche per il segretario Matteo Salvini permettendogli di acquisire più peso dentro al partito e contrastare l’ala più moderata, capace di raccogliere consensi anche fuori dalla Lega, del sindaco di Verona Flavio Tosi.

La presenza della Lega Nord a Roma non è nuova. Claudia Bellocchi per la circoscrizione del centro partecipò dietro il simbolo di Alberto da Giussano fin dalle europee del 2009, anno in cui alla guida del Carroccio c’era ancora lo storico leader Umberto Bossi, per poi ripetere l’esperienza nel maggio 2014 quando ormai la ‘anomala’ presenza leghista a Roma era già stata normalizzata da una convinta campagna elettorale dell’eurodeputato Mario Borghezio, spesso accompagnato dagli estremisti di destra CasaPound, e del sostegno della presenza del nuovo segretario federale Matteo Salvini che il 9 aprile ha tagliato il nastro, naturalmente verde, della nuova sede in via Caroncini 23 ai Parioli.

Poi il progetto di un vero e proprio partito gemello, la Lega dei Popoli. Un nome “provvisorio” ha spiegato lo stesso Salvini in un’intervista del 30 ottobre scorso pubblicata su Il Tempo, per un progetto che però, a distanza di quasi un mese dall’adesione ufficiale del consigliere di Ncd Marco Pomarici e di un gruppo di esponenti municipali, è rimasto nel congelatore e senza alcun lancio ufficiale.

La novità non è piaciuta alla padrona di casa di via Caroncini. “Un gruppo di riciclati sta usando il nome di Salvini per ottenere voti” la protesta di Claudia Bellocchi che, vantando un legame “ormai consolidato” con il territorio e dissociandosi dal progetto nato in seno al suo stesso partito, ha lanciato in un’intervista a Romatoday la sua scalata al Campidoglio: una lista civica legata alla Lega Nord con il sogno di importare nella Capitale il modello nordico del sindaco di Verona Flavio Tosi.

Le rimostranze della Bellocchi però hanno irritato via Bellerio. In una lettera recapitata alla redazione di Romatoday il responsabile federale organizzativo e del territorio, il senatore Roberto Calderoli, ha sconfessato la rappresentante romana: “In merito alle recenti dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla Signora Claudia Bellocchi si specifica che la signora Claudia Bellocchi non rappresenta in alcun modo il Movimento politico Lega Nord per l’Indipendenza della Padania e non è iscritta o associata a Lega Nord”. E ancora. “Le dichiarazioni recentemente rilasciate alla stampa sono da addebitare esclusivamente alla signora Claudia Bellocchi, da cui la Lega Nord si dissocia; abbiamo già provveduto a diffidarla dall’utilizzare il nome e il marchio “Lega Nord” in quanto non autorizzata”.

Ma c’è di più. Nella lettera Calderoli, per destituire la Bellocchi, sconfessa anche Roma come città in cui è presente ufficialmente il partito padano. “Lo Statuto della Lega Nord per l’indipendenza della Padania articola la presenza del Movimento e della conseguente struttura territoriale nelle 11 regioni del Nord sino a Toscana, Marche ed Umbria, pertanto Lega Nord non è presente ufficialmente nella regione Lazio e nella città di Roma; conseguentemente è del tutto priva di fondamento la possibile esistenza di ruoli politici od organi direttivi quali Segretario Regionale del Lazio, Segretario Provinciale di Roma e Segretario Cittadino di Roma”.

La risposta della Bellocchi non si è fatta attendere. “Sulla Lega dei Popoli ho detto la verità e ho dato fastidio” dichiara a Romatoday. “Non è vero che non sono iscritta. Anche se hanno provato a boicottarmi, ho rinnovato la tessera anche quest’anno, come ogni anno”. Bellocchi sfida le dichiarazioni del senatore bergamasco anche in quanto alla presenza della Lega Nord nella Capitale: “L’inaugurazione della sede ai Parioli il 9 aprile alle ore 15 l’hanno vista tutti. Non sono pazza, così come non sono pazze quelle centinaia di persone che in questi mesi sono passate da lì. C’era anche il segretario Matteo Salvini, non credo fosse un suo sosia” si sfoga. “La sede, fino alla scorsa estate, era anche segnalata sul sito ufficiale della Lega Nord. Questa è una guerra tra correnti. La verità è che con il mio lavoro di anni ho blindato questo territorio che ora è utile per ottenere qualche poltrona. Ma a me la guerra tra correnti non interessa. Come ho detto parteciperò alle comunali con una mia lista civica. Ci sono molti esponenti nel partito che mi hanno fatto sentire la loro solidarietà e mi hanno detto di andare avanti. E non mi fermeranno”. Infine la sfida a Calderoli: “Se non sto dicendo la verità mi quereli. Sono pronta a dimostrare ogni mia parola”.

La Lega Nord a Roma non esiste e, ufficialmente, almeno per ora, nemmeno la Lega dei Popoli, ma alle prossime comunali i romani potranno mettere la croce su liste civiche legate al movimento padano. Impegnato nella fatica di conquistare la fiducia dei romani da ormai diversi mesi la tentazione di scalare il Campidoglio è venuta infatti anche a Borghezio, che dopo Castel Verde oggi è in visita a Tor Sapienza. “Presenteremo una lista a trazione Lega” ha confidato l’eurodeputato all’Adnkronos. “Per la carica di sindaco candideremo un romano”. Poi ha spiegato: “La Lega di Roma deve essere espressione del popolo romano e a guida romana, come è nella nostra filosofia autonomista”. L’apertura di Borghezio è a CasaPound e al suo vicepresidente Simone di Stefano che da candidato sindaco alle comunali del 2013 ottenne lo 0,6%. Un’altra lista di ispirazione leghista. La terza, per ora, alla conquista della Capitale.

TRATTO DA ROMATODAY

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2 COMMENTS

  1. Salvini, l’uomo che ha fatto fare alla Lega la più grande giravolta mai vista in un partito politico italiano. Da partito indipendentista a partita ultra-nazionalista. Roba da cioccolataio.

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