di MATTEO CORSINI
Silvio Berlusconi è la dimostrazione vivente della scarsa dimestichezza di molti italiani con il far di conto. Ecco cosa ha affermato in merito alla riduzione del rapporto tra debito e Pil: “L’esperienza insegna che debito pubblico e pressione fiscale crescono insieme, come hanno dimostrato i governi di sinistra in questi ultimi anni. L’unico modo per abbatterlo è un grande piano di privatizzazioni, per 5 punti percentuali circa, che insieme alla ripresa della crescita e all’avanzo primario nei conti pubblici determinato all’aumento del gettito, porterebbe a un rapporto debito/Pil vicino al 100% in cinque anni, con la relativa riduzione della spesa per interessi”.
Ammesso che il “grande piano di privatizzazioni” sia realizzato, e l’esperienza storica dovrebbe indurre ad avere qualche dubbio, se si togliessero 5 punti di Pil al debito ne resterebbero pur sempre 27 per arrivare, in soli 5 anni, a un rapporto pari al 100 per cento.
Berlusconi sostiene che l’avanzo primario, ossia quello al netto della spesa per interessi, raggiungerebbe il 4%. Il problema è che livelli del genere non si raggiungono dal 2000, quando il Pil nominale aumentava decisamente più di oggi e il debito pesava per 25 punti di Pil in meno.
Per di più, appare alquanto improbabile che si possa raggiungere un avanzo primario di 4 punti di Pil ponendo in essere contemporaneamente i provvedimenti promessi, come l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro o la flessibilità nell’età pensionistica, che in un sistema a ripartizione avrebbe un impatto iniziale non irrilevante su chi paga i contributi e la cosiddetta fiscalità generale.
In definitiva, i conti non tornano, ma dubito che questo faccia la differenza il 4 marzo.
Credo che Berlusconi (come Renzi, il suo sosia…) non si ponga neppure il problema dei conti che non tornano, lo stile è quello dei venditori di fiera del paese, che promettono effetti miracolosi per le loro pozioni anticalvizie, tanto la colpa delle mancate promesse mantenute si da sempre a qualcun altro “è stata colpa dei comunisti, dei grillini, ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi, la tintoria non mi aveva portato il tait, c’era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c’è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette, non è stata colpa mia, lo giuro su Dio!”
finche’ si paga una miriade di gente e spesso con stipendi iperbolici per non far niente se non ingarbugliare più che si può ogni iniziativa per porvi rimedio, perché è chiaro che l’obiettivo che sta più a cuore non è l’efficienza ma la conservazione del privilegio raggiunto, è solo un sogno un’Italia che funziona… assai che si barcameni per stare a galla nel consesso internazionale giocandosi fino all’ennesima potenza la nomea di bel paese…
Sono promesse elettorali.
La gente si fida sempre meno, non spende, ha paura per un futuro che appare fosco, si è stancata.
Berlusca non ce la farà neppure questa volta, non solo perchè ha dei soci inaffidabili e traditori.
Semplicemente perchè l’italia ha già superato il limite di non-ritorno.
L’italia è irriformabile, come dice Facco.
Per tenere su un baraccone del genere anche Draghi ha capito che non può rallentare il Qe, né rialzare i tassi.
Direi che non sono i soci di Berlusconi, ad essere inaffidabili e traditori: al contrario – è lui che tradisce non solo i “soci” ma sempre e comunque i suoi elettori. Promette a destra e poi va a sinistra (vedasi i vari governi FI & Monti, FI & Letta e Patto del Nazzareno). È stato lui a portare in parlamento i vari Follini, Casini, Verdini & consorti. Ed è sempre lui che anche adesso – con la sua “4° gamba” – si appresta a portarne in parlamento un’altra sfilza: Cesa (!), Lupi e altri marcioni ex-DC.
Mi chiedo come facciano Salvini & Meloni a farsi incaprettare ancora una volta da quel marpione arteriosclerotico che fatica (visibilmente) a distinguere lire da euro e che sembra ormai solo una patetica statua di cera di se stesso… Come possano gli elettori credere all’ennesima riedizione del suo programma-truffa? Capisco chi si è lasciato bidonare una volta e ha comperato il classico Colosseo da Totò: ma ricomperarlo dallo stesso Totò per la terza o quarta volta non è piú ingenuità, bensí un sindrome da clinica psichiatrica.
Per quanto concerne Draghi: certo, continuerà a violare tutti i trattati dell’Euro, per finanziare illegalmente il “Club Med” e tenerne “in piedi il baraccone”. Ma il suo mandato è agli sgoccioli e non credo (o: almeno spero) che a succedergli non venga messo un greco o un portoghese ma un tedesco (olandese, finlandese etc.), cioè uno che rappresenti gli Stati che si troverebbero a dover pagare il conto della criminale politica di QE del “nostro salvatore Draghi” nel momento in cui l’Euro dovesse “saltare” (e la BCE fallire).
L’alternativa – qualora la Germania di un governo Merkel & Schulz dovesse accettare un nuovo “Draghi” – sarebbe che la Merkel non arriverebbe a fine legislatura e che l’esito delle nuove elezioni vedrebbe la AfD al 20% (o piú) e la FDP al 15% (o piú) (con conseguente drastico cambio di marcia in Europa). Al piú tardi allora l’Italia (e il Club Med, Francia compresa) dovrebbero trovare qualche altro imbecille disposto a finanziare i loro buchi di bilancio (cioè: corruzione, assistenzialsimo etc.).