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Coronavirus e crisi, tutti vogliono più stato e più contributi

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di FRANCO CAGLIANI

Il Coronavirus avrà conseguenze economiche? Non v’è dubbio! E quale sarebbe l’uscita da una situazione del genere? Aiuti, promesse di prebende, sussidi, contributi… insomma ancora più Stato.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Le disposizioni introdotte mirano ad assicurare un primo necessario supporto economico ai cittadini e alle imprese che affrontano problemi di liquidità finanziaria a causa dell’emergenza sanitaria internazionale dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e agli episodi di diffusione del virus verificatisi nel nostro Paese. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso al termine del Cdm.

Introdotte, inoltre, misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori dipendenti e autonomi e di potenziamento degli ammortizzatori sociali nella ‘zona rossa’. Il decreto interviene, tra l’altro, con i seguenti provvedimenti: cassa integrazione ordinaria per le unità produttive operanti nei comuni elencati e per i lavoratori ivi domiciliati (il ricorso alla cassa integrazione è esteso ai datori di lavoro iscritti al Fondo di integrazione salariale – FIS); possibilità di sospensione della Cassa integrazione straordinaria per le imprese che vi avessero fatto ricorso prima dell’emergenza sanitaria e sostituzione con Cassa integrazione ordinaria; cassa integrazione in deroga per i datori di lavoro del settore privato, compreso quello agricolo, con unità produttive operanti nei comuni elencati e per i lavoratori ivi domiciliati, che non possano beneficiare dei vigenti strumenti di sostegno al reddito, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e comunque per un periodo massimo di tre mesi.

Le imprese di CNA Federmoda, Confartigianato e Confindustria Toscana Nord (ad esempio) attendono dunque misure efficaci e urgenti di aiuto per contenere i danni diretti e indiretti che stanno subendo e chiedono politiche espansive che rilancino l’economia nazionale. Tra le priorità, lasciare liquidità alle imprese con sospensione dei pagamenti contributivi, imposte e tasse, moratoria rate mutui e accelerazione pagamenti della pubblica amministrazione; potenziamento del Fondo di Garanzia per le PMI; mantenere aperta la circolazione delle merci e degli automezzi per garantire rifornimenti e approvvigionamenti alle imprese. Ma anche tutelare i lavoratori dipendenti attraverso l’estensione della cassa integrazione;  ristoro dei danni diretti per le imprese la cui attività dovesse essere sospesa per effetto dei dispositivi di legge; rinvio degli adempimenti e alleggerimento degli oneri a carico delle aziende. Coronavirus? 200 milioni per le imprese in crisi in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.

Poi, abbiamo l’appello a Enasarco per destinare il 50% dell’avanzo di bilancio 2019 alle prestazioni assistenziali straordinarie a favore degli agenti di commercio.

Turismo, altro giro di richieste, prendiamo ad esempio la Regione Puglia; il Presidente Michele Emiliano e l’Assessore Loredana Capone hanno scritto al Ministro Dario Franceschini per far sentire il loro grido d’aiuto. Nella missiva si chiede al Ministro Franceschini un contributo straordinario per musica, prosa, danza, teatro, cinema e spettacolo viaggiante e contributi straordinari a favore dei soggetti che effettuano erogazioni liberali per lo spettacolo dal vivo, attività culturali e valorizzazione del patrimonio culturale. E non sarà diverso per le altre regioni italiche.

Insomma, l’elenco potrebbe essere allungato. Tanto pagherà Pantalone.

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3 COMMENTS

  1. Se in Padania (o come preferisco io Longobardia) avessimo dei politici con palle e contropalle, questa sarebbe l’occasione d’oro per farla finita una volta per tutte con l’occupazione italiana. L’Italia campa sulle nostre spalle e non mollerà mai l’osso, l’unica idea giusta era quella di chiudere il rubinetto dei soldi, tagliando le tasse, con l’autonomia, ecc. a livello tale che tutto il castello di carte, che ripeto, si regge solo sui nostri soldi, sarebbe venuto giù in un attimo. Occorre pertanto insistere sull’annullamento di tutte le tasse nelle regioni colpite dal virus (non sul posticipamento) e stare attenti che non ci rifilino nessuna patrimoniale, poi ottenere indennizzi. Senza soldi per reddito cittadinanza, clandestini, furbetti del cartellino, pensioni d’invalidità, forestali calabresi l’Italia regge due giorni…

    • concordo, ma ormai sappiamo da tempo che di persone con le palle non ci sono, o quando ci sono state (non certo i leghisti), vengono lasciati soli.

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