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Coronavirus, l’esperimento di milgram ai tempi dei social

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di GIANANDREA BRENO

Se ai tempi del coronavirus non ci fosse stato internet sarebbe stato tutto molto peggio. Le attuali tecnologie ci collegano in tempo reale con il mondo permettendoci di scambiare notizie, di lavorare da casa in remoto, di telefonare agli amici e di essere sempre aggiornarti soprattutto sugli argomenti medici. Addirittura anche le messe sono trasmesse live tramite piattaforme web. Non a caso come dichiara il fondatore di Facebook (Mark Zuckerberg) riferendosi all’Italia, “Da voi gli spettatori dei live sono raddoppiati nelle scorse settimane”. Questo denota il grande utilizzo dei social network ai tempi del coronavirus.

Ma esiste sempre un rovescio della medaglia. Questa pandemia ha mostrato molti atteggiamenti virtuali delle persone, alcuni anche molto preoccupanti. Soprattutto ad inizio Marzo tanti semplici utenti di Facebook hanno utilizzato queste misure restrittive imposte dallo Stato per esternare la necessità di sopprimere la libertà degli altri. Infatti le bacheche si sono riempite di messaggi autoritari di ogni tipo come “state casa imbecilli” oppure “non uscite idioti”. Addirittura il Sindaco di Milano (Sala) è arrivato a dire: “State a casa runners perché chi è in casa non vi sopporta”. Ovviamente queste dichiarazioni arrivano da persone modeste – sicuramente mosse dalla traumaticità dell’evento – ma senza nessun titolo (medico, scientifico, istituzionale) per dover dire agli altri in modo cosi perentorio cosa fare. Ecco i signor nessuno per meglio definirli.

Nel secolo scorso lo psicologo americano Stanley Milgram colpito dalle affermazioni di Adolf Eichmann al processo di Gerusalemme in cui si definì “ un grigio burocrate che eseguiva solamente gli ordini dei gerarchi nazisti importanti” decise di indagare le dinamiche psicologiche dell’obbedienza acritica. Milgram ha costruito un setting sperimentale dove vi erano 3 figure: lo sperimentatore (che rappresentava l’autorità), l’insegnate (colui che eseguiva gli ordini dell’insegnante) e l’allievo (la persone soggetta alle decisioni dell’insegnante). Sperimentatore e insegnante venivano messi in una stanza separata rispetto all’allievo. L’allievo era collegato ad un macchinario per la somministrazione di elettroshock e veniva sottoposto a delle domande poste dall’insegnante. Se l’allievo indovinava, l’insegnante passava alla domanda successiva, se invece sbagliava, lo sperimentatore spronava l’insegnante a somministrare una scarica elettrica all’allievo. Più le risposte erano sbagliate e più l’insegnate poteva aumentare l’intensità della scarica.

In realtà – senza che l’insegnante lo sapesse – l’allievo non era collegato a nessun macchinario e gli veniva chiesto di registrare lamenti e urla affinché l’insegnante poteva rendersi conto di una reale percezione di sofferenza. Il voltaggio della scarica partiva da 15 volt e poteva arrivare fino ad un massimo di 450 volt. Nonostante l’esperimento non scaricava reali scosse elettriche agli allievi la percentuale degli insegnanti che avevano somministrato punizioni da 450 volt superava il 60%. Milgram giunse alla conclusione che i soggetti che avevano partecipato all’esperimento come insegnanti entravano in uno stato psicologico definito “stato agente” in cui si sentivano liberi da ogni responsabilità per concretizzare la volontà delle autorità.

Sicuramente, consideriamo pure necessario questo periodo di lockdown e di limitazione delle nostre libertà individuali ed economiche per uscire da questa situazione. Ma questa reclusione sta evidenziando anche i sintomi negativi delle folle o meglio definiti come signor nessuno che entrano nel meccanismo psicologico dello “stato agente” mostrando assoluta intolleranza. Questo permette loro di scagliarsi sui social network con prepotenza verso gli utenti o possibili fantomatici runners in giro per le città. Tutto ciò segnala un virus ancora più grave del coronavirus che potrebbe nuocere gravemente alla salute della nostra società occidentale ossia la necessità inconscia di sopprimere l’altro e non di non lasciarlo in pace. Ecco perché il mix “stato agente” e i signor nessuno possono portare al blackout. Del resto possiamo solo tifare per gli altri senza ostacolare la loro indipendenza.

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