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Coronavirus: taiwan, l’autoquarantena e il metodo non coercitivo

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di JAVIER CARAMÉS SANCHEZ E WILLIAM HONGSON WANG

Come dimostra la scuola austriaca di economia, nella teoria del calcolo economico sotto un regime socialista, nessun organo centrale di pianificazione ha la capacità di organizzare la società sulla base di mandati coercitivi. La ragione principale è che il pianificatore centrale non è in grado di ottenere tutte le informazioni necessarie per organizzare la società in questo modo, poiché l’informazione ha qualità soggettive, creative, disperse e tacite. Questo principio è pienamente applicabile al contenimento di una pandemia. La responsabilità individuale insieme alla trasparenza dell’informazione sono cruciali per fermarla. Taiwan è un ottimo esempio di come l’individualismo e le società di volontarie funzionino efficacemente per resistere alla pandemia del coronavirus.

Vicino alla Cina continentale, ma relativamente poche persone infettate

Al momento a Taiwan, l’infezione è stata completamente contenuta (ad oggi sono 257 casi, 29 ricoverati e 2 morti, ndr) nonostante sia uno dei Paesi a più alto rischio di pandemia, dato che la Repubblica Cinese (Republic Of China) è molto vicina alla Cina continentale (Repubblica Popolare Cinese). Fino a gennaio ci sono stati voli tra la capitale di Taiwan, Taipei, e l’epicentro di Wuhan in Cina. Tuttavia, al 21 marzo vi erano solo 153 infetti, mentre in Europa, ben lontana dalla Cina continentale, ha più di diecimila persone colpite dal coronavirus. Tuttavia, a Taiwan e in altre parti dell’Asia, tra cui Singapore e Hong Kong, finora non è stata applicata alcuna quarantena o contenimento coatto massiccio.

Come ha fatto Taiwan a raggiungere questo risultato?

Trasparenza

La prima causa del successo di Taiwan è la trasparenza dell’informazione, che ha fermato la rapida crescita dell’infezione. Il contenimento a Taiwan è stato effettuato con una trasparenza relativamente elevata. Già il 31 dicembre dello scorso anno il Ministero della Salute e del Welfare di Taiwan ha iniziato a prendere sul serio il potenziale pericolo della polmonite di Wuhan, informando ogni giorno i cittadini sulle tendenze di sviluppo dell’infezione e sul suo stato. Le informazioni fornite dall’autorità taiwanese includono anche il sapere se i contagiati che si trovano a Taiwan hanno contratto la malattia da oltreoceano, il che aiuta le persone ad adottare misure per proteggersi in modo tempestivo. Nelle costanti conferenze stampa, il governo taiwanese fornisce diverse opzioni e raccomandazioni che la gente può scegliere di adottare volontariamente, ma che non vengono imposte in modo coercitivo. Le abbondanti informazioni fornite di continuo hanno permesso alle persone di prendere le proprie decisioni informate ed equilibrate, considerando la condizione di incertezza in cui comunque si trovano. Al contrario, i governi dei Paesi dell’Unione Europea hanno reagito lentamente e ancora a febbraio non fornivano informazioni sufficienti sul pericolo potenziale posto dalla pandemia, e hanno reso così la situazione difficile da gestire.

Decisioni volontarie e cooperazione tra individui e settore privato

Il tipo di quarantena stabilito dal governo taiwanese è per lo più un’autoquarantena. Il governo taiwanese riconosce che è fondamentale fare affidamento sulle azioni volontarie della gente per resistere alla pandemia. Come abbiamo notato, la maggior parte dei casi di contagio a Taiwan provengono dall’esterno e sono quasi sempre rilevati al confine. L’autoprotezione volontaria dei taiwanesi sta efficacemente sopprimendo la diffusione del coronavirus nel loro paese, e le quarantene forzate sono di solito per i casi più gravi, ad esempio, per i taiwanesi infetti evacuati dalla Cina continentale.

Uno dei problemi posti dal coronavirus è quello di mantenere un equilibrio tra l’attività economica e il contenimento dell’infezione. A questo proposito, a differenza di quanto fanno i Paesi dell’Europa meridionale come l’Italia e la Spagna, la politica del governo taiwanese non è quella di adottare misure preventive per fermare l’epidemia ostacolando le attività economiche. Prendendo come esempio le scuole, l’inizio dell’anno scolastico è stato inizialmente ritardato di due settimane. Attualmente la politica delle scuole è di prendere le temperature di studenti, insegnanti e lavoratori. Se vengono rilevate febbri, le classi di quella scuola vengono sospese, ma non si verificano sospensioni massicce delle lezioni. Allo stesso tempo, l’insegnamento online viene incoraggiato, ma non forzato dal governo.

In molte università taiwanesi, l’insegnamento online viene promosso per consentire a coloro che non sono in grado di frequentare le lezioni di persona di seguire i corsi. Anche se è vero che l’educazione online come mezzo per evitare le infezioni è già stata adottata in altri Paesi, la peculiarità di Taiwan sta nel fatto che non è stata imposta dal governo. Non tutti sono tenuti a studiare online o in modo telematico, ma c’è un forte incoraggiamento a farlo. La trasparenza dell’informazione del governo ha anche dato alle imprese taiwanesi il tempo necessario per preparare e adottare progressivamente il telelavoro su base volontaria. Altri paesi invece hanno improvvisamente chiuso molte imprese attraverso ordini governativi obbligatori, come ha fatto la Spagna il 13 marzo, senza dare alle imprese e ai loro lavoratori il tempo di prepararsi alla quarantena.

Il governo taiwanese sta controllando la diffusione dell’infezione con politiche flessibili, che lasciano molto spazio all’iniziativa e alle decisioni individuali. Ogni individuo può prendere le misure più appropriate per la propria situazione, avendo i propri incentivi ad essere cauto. Allo stesso modo, il fatto che i cittadini taiwanesi siano stati avvertiti fin dall’inizio ha creato una consapevolezza generalizzata e ha dato modo e tempo di fare i preparativi necessari e ha dato ai cittadini il tempo sufficiente per rendersi conto di dover fare dei cambiamenti nella loro vita per evitare il contagio.

Questa flessibilità nelle politiche di contenimento e di trasparenza ha portato ad un elevato grado di responsabilità individuale. La prova di ciò non sta solo nella tendenza della popolazione a indossare maschere, come fa regolarmente la popolazione di Taiwan, come si può osservare su qualsiasi mezzo di comunicazione, ma anche nell’adozione di nuovi modi di continuare le attività quotidiane in modo da evitare il contagio. Anche il settore privato ha intrapreso azioni rapide per proteggere i propri clienti. La maggior parte degli edifici residenziali dispone di almeno un distributore di alcol etilico, in modo che chiunque vi entri possa disinfettarsi le mani. Ad esempio, l’alcol etilico è disponibile sulle auto di Uber da diverse settimane.

Conclusione

Per concludere, con trasparenza e diligenza il governo taiwanese ha evitato molti problemi. La chiave di questo successo sta nel fatto che sia il governo taiwanese sia il popolo taiwanese comprendono che azioni e responsabilità individuali sono essenziali per sopprimere la pandemia del coronavirus, non la chiusura obbligatoria di massa. Questo è esattamente ciò che il mondo ha bisogno di imparare.

QUI IL LINK ORIGINALE TRADUZIONE DI PIETRO AGRIESTI

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