di FRANCO POSSENTI
Se decine di migliaia di denunce relative alla tragica farsa pandemica rimangono a far polvere sulle scrivanie dei togati; se la fantomatica procura di Bergamo – ad oltre un anno dalla strage di Stato perpetrata in terra orobica – ancora non ha indagato nessuno, un motivo ci sarà. Ovvio che c’è e lo racconta persino l’Ansa!
L’Italia risulta quintultima nell’Ue per indipendenza di tribunali e giudici nella percezione pubblica. Emerge dal rapporto sulla Giustizia (in base a un sondaggio di Eurobarometro). Peggio vanno solo Bulgaria, Polonia, Slovacchia e Ungheria (quest’ultima maglia nera assoluta).
Per l’Italia, la motivazione principale della percezione sono “interferenze o pressioni del governo e della politica”. Il Paese scivola in terzultima posizione, dietro a Polonia e Ungheria, se a rispondere sono le imprese. Anche in questo caso l’interferenza politica prevale come motivazione, ma grosso peso hanno anche le pressioni del mondo economico.
Il rapporto annuale conferma anche la lentezza del sistema italiano. I dati, riferiti al 2019, evidenziano scarsi progressi rispetto al passato, con tempi di attesa che restano tra i più lunghi d’Europa.
Secondo le tabelle, dove l’Italia figura tra i fanalini di coda, si stima siano necessari 400 giorni per la soluzione di cause civili, commerciali, amministrative e di altro tipo, in primo grado. Ma il dato puro sulle controversie civili e commerciali in primo grado ci vede penultimi con oltre 500 giorni per la prima sentenza, e ultimi in Ue per le decisioni di terzo grado, con oltre 1300 giorni.
“La riduzione degli arretrati nei casi civili e commerciali è un segnale positivo importante. Tuttavia” i tempi stimati “per i procedimenti civili e giudiziari restano molto lunghi. C’è un miglioramento ma sono ancora molto lunghi rispetto alla media Ue”, ha commentato il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders.
“I tempi stimati per risolvere un contenzioso commerciale e civile sono diminuiti per il secondo e terzo grado di giudizio, ma sono lievemente aumentati per il primo, e sono comunque i tempi di attesa più lunghi” in Ue “per il terzo grado. Quindi è un quadro misto”, ha proseguito il belga. “Nonostante una diminuzione continuativa, il tempo di attesa stimato per le decisioni in tutti i gradi per le procedure amministrative resta al di sopra della media”.
“C’è una vera preoccupazione sulle risorse umane” nel sistema giudiziario italiano, ha aggiunto Reynders. “Il numero dei giudici resta uno dei più bassi nell’Ue. Ho letto della possibilità di dividere le carriere tra giudici e procuratori, ma occorre aumentare i numeri e quindi magari mantenere la possibilità di muoversi da una carriera ad un’altra” regolamentando.