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Covid e vaccini, il Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina stronca l’Italia

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di REDAZIONE*

Nel link sottostante, il parere sulla correlazione tra la disciplina della “vigile attesa e tachipirina” e la procedura d’immissione in commercio dei cosiddetti vaccini anti-Covid, nonché sulla violazione del principio del consenso libero e informato nell’ambito della campagna vaccinale.

Un passaggio importante: La campagna vaccinale sta comportando la violazione sistematica del principio del consenso libero e informato: per i cittadini e gli stranieri residenti in Italia che si sono sottoposti alla cosiddetta vaccinazione più o meno volontariamente – tenuto conto dello strumento di coercizione costituito dal Green Pass – perché l’incertezza scientifica che circonda la sicurezza e l’efficacia dei cosiddetti vaccini anti-Covid vanifica la condizione preliminare del consenso, e cioè la possibilità per il medico/sperimentatore di conoscere e di valutare – in scienza e coscienza – i rischi dei “vaccini” medesimi e di esporli al paziente, affinché quest’ultimo possa esprimere, o meno, un consenso realmente informato; per i cittadini e gli stranieri residenti in Italia che sono stati obbligati a vaccinarsi, perché l’imposizione dell’obbligo fa venire meno qualsiasi possibilità di rendere un consenso realmente libero.

QUI IL DOCUMENTO COMPLETO

*Il CIEB è promosso da Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma ed ex Vice presidente del Comitato Nazionale italiano per la Bioetica, da Francesco Benozzo, docente di filologia e linguistica presso l’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”, e da Laurent Mucchielli, direttore di ricerca presso il Centre National de la Recherche Scientifique.

Per la Francia: Jean-Paul Bourdineaud , docente di tossicologia e biochimica presso l’Università di Bordeaux; Elise Carpentier, docente di diritto pubblico presso l’Università di Aix_Marseille;  Alessandro Attilio Negroni, filosofo del diritto presso l’Università di Genova; Jouliette Rouchier , economista, direttore di ricerca presso il CNRS; Jean-Marie Seca, docente di sociologia presso l’Università di Lorraine;  Matthieu Smyth, ricercatore di scienze religiose presso l’Università di Strasburgo; Christian Velot, docente di genetica molecolare presso l’Università di Paris-Saclay; Manuel Zacklad , docente di scienze dell’informazione e della comunicazione presso il Conservatoire national des arts et métieres.

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