di MATTEO CORSINI
Nel corso di un intervento a un convegno organizzato dall’Università della California – Berkeley, il vice governatore della Banca di Finlandia (nonché già commissario europeo) Olli Rehn ha parlato del progetto di euro digitale come ancora monetaria che vada oltre la crypto-mania.
Rehn ha ricordato che “alcuni commentatori hanno indicato il quantitative easing su larga scala da parte delle banche centrali come causa scatenante degli eccessi nel mercato crypto”. Il che peraltro è difficile da obiettare. Ma da un banchiere centrale ovviamente ci si aspetta una difesa a spada tratta del QE. Che in effetti Rehn ha fatto.
Bontà sua, ha riconosciuto che “non sorprende che i prezzi degli asset abbiano avuto uno sviluppo positivo durante il periodo del QE. Questo vale per i crypto-assets in particolare, dove la formazione dei prezzi è altamente speculativa e favorita da errate interpretazioni popolari dell’economia monetaria e anche da teorie cospirative.” Secondo Rehn, quindi, “la politica monetaria può spiegare solo una piccola parte del movimento complessivo nel loro valore.”
Ovviamente la dinamica dei prezzi di mercato di molti crypto-asset (diversi dei quali autentico ciarpame o truffe vere e proprie, a onor del vero) non dipende solo dalla grande quantità di moneta fiat creata dal nulla negli anni scorsi dalle banche centrali, ma il tentativo di relegare l’enorme espansione monetaria a un ruolo marginale in tale dinamica, tirando in ballo teorie cospirative e una errata conoscenza dell’economia monetaria, mi pare un tentativo abbastanza maldestro di respingere le responsabilità delle banche centrali.
Se si avessero argomenti inoppugnabili non si dovrebbe ricorrere alla cospirazione e all’ignoranza, credo. Sempre che le dimensioni dei bilanci delle principali banche centrali e la loro evoluzione negli ultimi tre lustri non siano un’illusione nella mente di chi è accusato di vedere cospirazioni ovunque…