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CSDDD, la direttiva europea che impone alle imprese di controllare clienti e fornitori

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di MATTEO CORSINI Tra le innumerevoli iniziative socialisteggianti assunte dall'Unione europea, presto vedrà la luce la Corporate Sustainability Due Diligence Directive, o CSDDD. Questa direttiva prevede che le imprese con sede nella Ue, con almeno 500 dipendenti e 150 milioni di fatturato non solo rispettino i diritti umani e gli standard a tutela dell'ambiente (in entrambi i casi secondo quanto definito a livello normativo), bensì impone che le imprese si impegnino a far sì che si conformino ai dettami della direttiva anche fornitori e clienti, ossia gli altri componenti della catena del valore, ovunque questi soggetti siano ubicati nel globo terracqueo. Il tutto con sanzioni fino al 5% del fatturato in caso di inadempimento. In sostanza, chi ha scritto questa norma suppone che le imprese facciano un ruolo di controllore, e che siano in grado di far rispettare la norma a chiunque abbia una parte nella catena del valore. A me pare che, nonostante la quantità di risorse c
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2 COMMENTS

  1. L’Unione Europea costituisce una delle rare realtà che riescono a essere serve della Cina e degli Stati Uniti contemporaneamente; proprio come l’Arlecchino goldoniano, servitore di due padroni. Con l’aggravante che i padroni di Arlecchino non erano nemici ma amanti gelosi l’uno dell’altra, mentre le due supepotenze sono ufficialmente avversarie. Però anche l’Italia non scherza: all’imterno di uno stesso movimento politico possiamo trovare un Di Maio atlantista e un Conte che abita in Via della Seta. Quindi non prendiamocela solo con Bruxelles e Strasburgo.

  2. In pratica qualuque azienda europea >150M€ che abbia aziende cinesi nella supply-chain oppure esporti in Cina potrà essere multata. Però le aziende cinesi che non hanno sede in UE continueranno a vendere in Europa i loro prodotti, senza essere multate. Basta che le loro filiali europee fatturino meno di 150 milioni.

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