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Dal sostituto d’imposta alla decadenza economica

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di MAURO GARGAGLIONE

L’istituzione del sostituto d’imposta ha avuto una conseguenza letale sull’architettura delle società moderne. Ha fatto in modo di separare nella mente di milioni di persone il loro reddito da lavoro dall’imposizione fiscale dello Stato su di esso.

Il concetto è il seguente. Ipotizziamo un dipendente che guadagna 1.000 euro al mese tassati al 30%. Egli, pur potendo verificare il suo reddito correttamente indicato in testa al cedolino, cioè 1.000 euro, imposterà la sua vita in base alla sua paga netta di 700 euro al mese e in breve darà forse solo un’occhiata distratta al suo vero reddito.  In questo modo lo Stato lo priva del 30% del suo guadagno senza che il lavoratore quasi se ne accorga.

Questa è un’arma potentissima per continuare a spolpare le persone che considereranno la questione inevitabile e naturale, come la morte. E considereranno allo stesso modo inevitabile e naturale lo Stato, come la morte. Se i lavoratori dipendenti vorranno più soldi batteranno cassa all’imprenditore perchè è questo soggetto, e solo lui, che deve essere forzato ad aumentare la paga mentre a nessuno viene in mente che dovrebbe essere lo Stato a essere forzato a diminuire (o idealmente eliminare) il prelievo fiscale.

Nel momento in cui, però, le imprese private, spolpate a loro volta in modo delinquenziale dal fisco, cominciano a sparire dal mercato e i dipendenti diminuiscono a ruota, essi cominciano a protestare sempre di più e, non potendo prendersela coi “padroni” diventati sempre meno numerosi, protestano contro lo Stato per la situazione di miseria che aumenta sempre più.

E come reagisce lo Stato? Moltiplica sussidi, redditi di cittadinanza, bonus di tutti i tipi in una corsa disperata fondata su stampa scriteriata di denaro dal nulla (una volta) o aggiunta di nuovo debito pubblico. Non c’è bisogno di essere studiati per comprendere che questa “normalità” non può durare per i prossimi decenni.

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1 COMMENT

  1. Oltre lo spolpamento nascosto dei redditi, che tanto avviene anche in altre maniere (Iva, accise, oneri vari, ecc.) il sostituto d’imposta ha altri effetti nefasti, la quantità di carta ed adempimenti, con conseguenti controlli, dipendenti pubblici assunti per monitorare e vessare, sanzioni, leggi, decreti, norme, ecc.
    Facciamo l’ipotesi che si elimino i sostituti d’imposta: due immediate conseguenze benefiche. La prima è che il professionista emette fattura a soggetti Iva, senza esporre la ritenuta d’acconto e senza che il cliente debba versarla, pena sanzioni, entro date stabilite. Ecco che non c’è bisogno di fare i 770, consegnare la certificazione, ecc.
    La seconda è che il dipendente riceve il lordo in busta paga, poi provvederà lui a versare Irpef e contributi, in banca o tramite home banking. Stesso discorso di prima, non servono più 770, controlli Inps, penale se non si versano i contributi, certificazioni uniche.
    Ovvio che i dipendenti, quando non riusciranno ad arrivare a fine mese causa stipendi da fame ed inflazione fuori controllo, dovranno scegliere se pagare le tasse o le bollette e faranno le stesse scelte degli imprenditori. Però forse la cosa finalmente farebbe smuovere qualcosa che ormai è incancrenito e non affrontato in Italia.
    Di tutto questo quello che mi stupisce è la scelta della Confederazione Elvetica di avere i sostituti d’imposta, paese che considero un modello economico, sociale e democratico. Penso che sia la consapevolezza di avere una burocrazia, regole e cittadini non di levatura levantina ma europea.

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