Il senatore che non t’aspetti. Convoca la stampa nella nuova sede del partito in Via Garibaldi per gli auguri di Natale e di fine d’anno e sferra un attacco senza precedenti alla politica nazionale e regionale. Il parlamentare di Forza Italia è preoccupato. Vede il rischio di una vera e propria rivoluzione. Rivoluzione per fame. “E’ arrivato il momento – ha dichiarato – che la Sicilia si svegli. Siamo ad un passo da una rivoluzione. Quando gli armotizzatori sociali che sono in campo avranno esaurito i loro effetti la gente scenderà in piazza per fame”.
D’Alì va subito al sodo: “Mettiamo sul tavolo una ipotesi secessionista per non rimanere schiacciati tra Renzi e Salvini”. Sul governo nazionale il guidizio è durissimo: “La legge di stabilità è fortemente antimeridonalista. Non era mai accaduto”. Il senatore denuncia lo “scippo” da 4 miliardi di euro – un milardo in Sicilia- per i fondi sul piano per le attività di coesione sociale. Fa riferimento anche ai 500 milioni di euro di co-finanziamento per i fondi strutturali europei che non verranno utilizzati. Si scaglia contro l’aumento dell’Iva: “Con le clausole di salvaguardia prima aumentano e poi lo giustificano.
Nel 2016 l’aumento sarà di 2 punti e nel 2017 di 3 se non saranno rispettati i tagli di spesa”. Nell’elenco anche l’Imu agricola e le ristrutturazioni”. Ma se Renzi è l’avversario da battere, non è da meno Matteo Salvini con il suo progetto di arrivare anche al Sud con la sua Lega. Il senatore non ha dubbi: “E’ un progetto che punta a salvaguardare le industrie del Nord. Tentano di lasciare il Sud come mercato per le loro merci. Non sono interessati allo sviluppo della nostra terra. Hanno detto qualcosa sui 4 miliardi di euro del Pac che sono stati scippati al Sud?”. D’Alì chiama la politica siciliana a battere un colpo: “Ma quando vengono richiamati dalle segreterie nazionali dei loro partiti tanti parlamentari fanno marcia indietro. I parlamentari siciliani sono tanti ma non riescono a fare fronte comune. Quelli dell’Alto Adige sono 6 ma sono uniti e riescono ad ottenere tutto quello che vogliono”. Non va meglio con la Regione del presidente Rosario Crocetta: “In campagna elettorale mi avevano detto che era il candidato dell’Eni. Con quello che sta accadendo sulle trivellazioni qualche dubbio emerge. Una cosa è usare male i soldi che vengono messi a disposizione, altra cosa è farseli scippare. Il governo siciliano non esiste. Aveva avviato il contenzioso con lo Stato per 4 miliardi di euro ed avrebbe potuto vincere, ma alla fine si è accordato per 500 milioni di euro.
Poi fa una manovra con la richiesta di risorse per 3 miliardi e mezzo di euro. I numeri lasciano qualche perplessità perché coincidono. Ma nessuno dice chi dovrà poi pagare. Lo dico io, i siciliani, come sempre. Ecco perché bisogna svegliarsi e difendere gli interessi della nostra terra”.
Per me pensa allo sfincione.
Il sig. D’Alì quando Berluscaiz scippava i fondi Fas dov’era? Adesso vuol secedere, perchè stanno scoperchiando i suoi altarini?
La secessione la si fà cambiando tutta la classe dirigente politica !!! Catalunya docet!
Che abbia bisogno di qualche mazzata?
La Sicilia vuol secedere? Dove è che si firma? Se si prendono anche Campania e Calabria si potrebbe anche pensare di pagare purché lo facciano subito…..