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Dati biometrici: attenti a non passare dalla padella alla brace

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di MATTEO CORSINI

Leggo sempre le riflessioni di padre Paolo Benanti sulle questioni etiche legate agli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Occupandosi del progetto Wolrdcoin cofondato lo scorso anno da Sam Altman (uno dei fondatori di OpenAI), Max Novendstern e Alex Blania, padre Benanti si interessa delle possibili conseguenze dello sviluppo di questo progetto.

L’idea, in estrema sintesi, è quella di creare un sistema di identità digitale globale attraverso l’uso di biometria dell’iride e una criptovaluta globale a questo associata, per identificare gli umani distinguendoli dai bot. Chi si sottopone alla scansione dell’iride riceve un token denominato Worldcoin (WLD), basato su Ethereum.

Secondo i fondatori, il sistema è progettato per preservare la privacy e consentire agli utenti di dimostrare la loro umanità senza rivelare informazioni personali sensibili.  Benanti ha qualche perplessità, che peraltro è condivisibile, nel senso che quei dati comunque hanno un valore e, generalmente, chi li acquisisce sostenendo un onere non lo fa senza pensare a un utilizzo che sia remUnerativo.

Alcune delle sue considerazioni, però, mi sembrano contraddittorie. Scrive per esempio:

  • “Durante l’occupazione nazista nei Paesi Bassi, circa 107.000 ebrei furono deportati verso i campi di sterminio, con soli 5.450 sopravvissuti. Questo rappresenta una percentuale di vittime del 73% rispetto alla popolazione ebraica presente nel paese all’inizio della guerra. Questo dato è in forte contrasto con il 24% in Francia e il 18% in Italia e ha spesso fatto chiedere come mai in un paese ritenuto tollerante come l’Olanda si sia potuti arrivare a tali numeri. Come sempre nella storia le ragioni non sono mai semplici ma complessi e plurali; tuttavia, una ragione è connessa all’uso dei dati anagrafici. Durante l’occupazione nazista dei Paesi Bassi, l’anagrafe centralizzata fu utilizzata per perseguire gli ebrei in modo sistematico ed efficiente. Dopo l’invasione, le autorità naziste sfruttarono l’esistente sistema di registrazione della popolazione olandese per identificare e isolare gli ebrei. Pur nella differenza dei tempi, dobbiamo riconoscere che la gestione delle identità potrebbe essere facilmente trasformata in un’arma implacabile per effettuare discriminazioni e negare diritti umani fondamentali se messa al servizio di soggetti di potere non legittimo”.

Fin qui nulla da eccepire. Poi prosegue:

  • “Questo ci porta a chiederci se questa concentrazione di dati biometrici nelle mani di un privato più che un’operazione imprenditoriale non debba essere considerata come una concertazione di potere. Questa frontiera dello sviluppo delle tecnologie non ci porta verso una nuova frontiera in cui più che di impresa dobbiamo parlare di potere e di potere sottratto alle legittime sfere democratiche? Nella stessa direzione va la creazione di WLD, la criptovaluta associata e distribuita con questa operazione. I governi nazionali, oltre a gestire le identità delle persone, hanno storicamente avuto un ruolo cruciale nella creazione e gestione delle monete, un aspetto fondamentale delle politiche economiche e monetarie di un paese. Orb e WLD allora ci mostrano come il digitale sia sempre di più una questione di potere computazionale che si concentra in poche, potentissime mani. Sapremo ancora garantire la tutela dei diritti umani”?

Interrogativi comprensibili e anche condivisibili, tranne il richiamo al ruolo dei governi nazionali, tanto nella gestione dei dati delle persone, quanto riguardo al monopolio legale sulla moneta. Quanto ai dati, proprio l’esempio riportato da Benanti deve far riflettere sul fatto che la soluzione non sia quello di dare la gestione ai governi. Non credo che l’anagrafe olandese ai tempi dell’invasione tedesca fosse gestita da privati. Né mi pare che ci sia da essere rassicurati dall’utilizzo che il governo cinese fa dei dati dei suoi cittadini. Quanto alle monete, mi limiterei a stendere un velo pietoso sugli esiti del monopolio pubblico, tanto all’epoca dei sistemi metallici, quanto, a maggior ragione, negli attuali regimi totalmente fiat.

Last, but not least, io non darei mai i miei dati biometrici ad Altman o a chicchessia, ma chi lo fa è libero di scegliere. Non avviene altrettanto quando a chiedere i dati è lo Stato. Quindi se Altman e soci sono la padella, lo Stato sarebbe la proverbiale brace.

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