di GILBERTO ONETO
Quasi 2.000 miliardi di debito pubblico sono una cifra fin difficile da immaginare. Rende un po’ più l’idea il malloppo di 33 mila euro a testa per ogni cittadino della Repubblica, neonati e centenari compresi. Come ci si sia arrivati è argomento di disquisizioni e discussioni. Si cercano i responsabili politici fra i governanti degli ultimi 40 anni: era di 14 miliardi nel 1970, di 118 nel 1980, di 667 nel 1990, di 1.300 nel 2000. Tutti ci hanno messo del loro, destra, sinistra, conservatori e progressisti, a dimostrazione che il guaio prima ancora che politico sia strutturale. Ci sono alcune falle nel bilancio comunitario che drenano risorse, che portano via ricchezze, che dilapidano il patrimonio dei cittadini virtuosi che lavorano e pagano le tasse.
Il primo e più antico “buco” è lo Stato medesimo, è l’Italia unita e centralista, affetta da socialismo reale, che ha una macchina elefantiaca da mantenere. Nel bilancio dello Stato del 2012
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