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La deindustrializzazione italica, ecco i marchi comprati per 55 miliardi

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di FABRIZIO DAL COL

venduteÈ l’Italia che non c’è più. Una lenta e agonizzante perdita delle aziende italiane, un tempo vanto del  paese, che oggi vengono acquistate da multinazionali straniere, sta per sparire definitivamente dallo style made in Italy. Già nel 2012, scrivevo che il corso della deindustrializzazione italiana sarebbe stata inevitabile, ed ecco che negli ultimi tre anni, le più grandi lobby finanziarie internazionali si sono scatenate nel comprare a saldo ciò che da sempre faceva gola: i marchi italiani più famosi

Qui sotto la lista di alcune delle aziende italiane finite all’estero fonte:(http://goofynomics.blogspot.it/2013/09/smoke-sales.html):

1998 Locatelli (Svizzera), San Pellegrino (Svizzera),1999 Algida (Unilever) 2000 Emilio Pucci (Arnault, Francia), Fiat Ferroviaria (Alstom, Francia) 2001 Bottega Veneta (Francia) Fendi (Francia) 2003 Peroni (Sudafrica) Sps Italiana Pack Systems (Usa) 2005  Acciaierie Lucchini (Russia) Benelli (Cina) 2006 Carapelli Sasso e Bertolli (Spagna) Galbani (Francia) 2008  Osvaldo Cariboni (Alstom, Francia) 2009  Fiat Avio (divisione Fiat per il settore aerospaziale) (Usa,Inghilterra) 2010 Fastweb (Svizzera, aveva già parte delle azioni dal 2007) Belfe (Sud Corea) Lario (Sud Corea) Boschetti alimentare (confetture) (Francia) 2011 Gancia (Russia) Fiorucci (salumi) (Spagna) Parmalat (Lactalis, Francia) Bulgari (Francia) Brioni (Francia) Wind (Russia, prima Egitto) Edison (Francia) Mandarina Duck (Sud Corea) Loquendo (leader nelle tecnologie di riconoscimento vocale) (Usa)  Eridania (zucchero) (Francia) 2012 Star (Spagna) Controlla i marchi RisoChef, Pummarò, Sogni d’Oro, GranRagù Star, Orzo Bimbo ed Olita Ducati (Germania) Eskigel (produzione gelati per varie catene di supermercati) (UK) Valentino (Qatar) Ferretti (nautica) (Cina) AR Pelati (pomodori) (Giappone) Coccinelle (Sud Corea)  Sixty (Cina) Proprietaria dei marchi Miss Sixty e Energie 2013 Richard Ginori (venduta a Gucci, Francese) Loro Piana (Francia) Pernigotti (Turchia) Chianti Gallo Nero Docg (Cina)
Pomellato (Francia) Scotti Oro (Spagna per il 25%)

L’ultima azienda è Indesit, famosa per gli elettrodomestici, che di recente è finita in mani americane. La famiglia Merloni, infatti, ha ceduto a Whirpool la sua partecipazione di Fineldo del 60,4% del capitale.

Ma diamo uno scorcio ai numeri: 2008 – 2012  437 aziende italiane  sono passate in mani straniere ( dato del rapporto Eurispes )  circa 55 miliardi di euro spesi per comprare i marchi italiani,  ma sono soldi che sono andati a finire nelle casse delle vecchie proprietà, non portando valore aggiunto al Paese.

Le acquisizioni per il settore manifatturiero dell’arredo-casa riguardano soprattutto i sotto-settori della ceramica, dell’illuminazione e dei mobili da cucina, tre dei comparti di maggior eccellenza del Made in Italy. Negli anni Novanta le acquisizioni più importanti coinvolgono la Pozzi-Ginori, la Ceramica Dolomite e le Ceramiche Senesi, mentre più recente (2013) la cessione in mani straniere del Gruppo Marrazzi, leader internazionale nel settore delle piastrelle di ceramica. E l’ultima perla dell’arredamento, Poltrona Frau.

Uno degli ultimi marchi a perdere la proprietà italiana è stata la Garofalo (pasta) a giugno di quest’anno, acquistata per il 52% da Ebro Foods. Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti il valore dei soli marchi alimentari italiani venduti all’estero dal 2008 ad oggi oltrepassa i 10 miliardi.

 

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