di SANDRO BARSANTI
Il trasferimento di ricchezza dal ceto produttivo, imprenditori e commercianti della classe media, ai settori avvantaggiati da rendite parassitarie e grandi gruppi internazionali messo in atto dalla manipolazione della massa monetaria e del tasso di interesse con cui le banche centrali amministrano l’attuale sistema di monete fiduciarie non avviene a palettate o a carrettate.
È un fenomeno lento e silenzioso ma costante e inesorabile ben descritto dall’aneddoto della rana nell’acqua bollente.
Se è vero poi che la classe media costituisce il principale tessuto connettivo della società non è difficile farsi una ragione del completo disfacimento delle nostre comunità e delle gravi responsabilità del ceto politico che in questo sistema finanziario si rotola come un maiale nella merda.
Lo scopo non dichiarato della moneta fiduciaria è quello di colpire al cuore la capacità di risparmio e di investimento della classe media spesso chiamata borghesia. “Quelli nascondono i soldi nel materasso o in una nicchia nel muro” dicono i fautori delle politiche monetariste e keynesiane.
Attribuendo a questa naturale propensione dell’uomo (risparmiare per affrontare il futuro e per fare investimenti) la caratteristica del vizio o del peccato originale alla base dello sfruttamento dei cattivi capitalisti sul proletariato.
Il risultato l’abbiamo sotto gli occhi, una società malata, afflitta da disoccupazione, estreme differenze sociali, distruzione della solidarietà e della cooperazione.