“Se è necessaria una tassa, è quella sull’analogico. Bisogna incentivare il digitale penalizzando i processi analogici. E il vantaggio è che, in tal modo, questa tassa andrà poi naturalmente a estinguersi”. Intervenendo all’Italian Digital Day, il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, ha dapprima elogiato il governo (alla presenza di Renzi, of course) per quanto sta facendo per il digitale, poi ha proposto di tassare l’analogico allo scopo di incentivare il passaggio al digitale.
Non entro nel merito della questione tecnologica, non essendo competente. Mi interessa piuttosto evidenziare la pessima abitudine, peraltro molto diffusa, di invocare l’uso della tassazione per spingere le persone a fare ciò che il proponente ritiene opportuno. Non è un caso che quasi sempre il proponente trarrebbe vantaggio dall’adozione del provvedimento fiscale che suggerisce.
Questa abitudine, che trovo fastidiosa quando a proporre nuove tasse (o aumenti di quelle esistenti) sono parlamentari o ministri, è ancora più insopportabile quando nel gioco delle tassa disincentivante si cimentano persone che, almeno in teoria, non si occupano di politica (e neppure di scienza delle finanze). Qualcuno potrebbe sostenere che la nuova tassa favorirebbe l’ammodernamento del Paese, e che, una volta completato il passaggio al digitale, la tassa stessa andrebbe ad estinguersi, come afferma Recchi.
Posto che quando facciamo rifornimento di carburante continuiamo a pagare accise per faccende di quasi un secolo fa, a testimonianza del fatto che l’estinzione non è all’ordine del giorno anche quando il motivo per il quale fu introdotto il balzello ha cessato di esistere da lungo tempo, per me resta inaccettabile invocare la compressione del diritto di proprietà delle persone allo scopo di favorire determinate scelte da parte loro. E se è vero che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno, è altrettanto vero che di tasse buone (nelle intenzioni) sono lastricate le vie dell’inferno fiscale (italiano).
In quello che dice Recchi io vedo una richiesta di aiuto pubblico per l’attività industriale che dirige.
Questa tassa è semplicemente un aiuto pubblico sotto mentite spoglie.
In questo caso l’occhiuta unione europea che fa?
Se non ricordo male sono vietati gli aiuti pubblici ad aziende private.