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Di matteo in matteo è il momento dei “monelli” della politica

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di PONGO

Da circa una mese e mezzo al vertice, anzi alla segreteria, dei rispettivi partiti sono giunti due Mattei, leaders, della Lega Salvini e del Pd Renzi. Innanzitutto il rinnovamento è comunque positivo e nel pd Renzi lo dimostra ogni giorno: non vuole assolutamente ricadere nel vecchi passi falsi e con mezzucci che ormai da tanti anni non han permesso al centro-sinistra di dimostrare una chiara personalità. In tutto quel che propone Renzi è forte nelle sue strategie, dice che il governo da mesi lavora male, per la nuova legge elettorale le proposte sono piuttosto precise, si è incontrato col grande nemico di sempre del Pd ovvero il Cavaliere e senza mezzi termini accosta il comportamento della De Girolamo con la Idem nel senso che la De Girolamo non fa Idem, cioè non fa la stessa cosa della Idem e non  dà le dimissioni come l’ex-ministro fece.

La De Girolamo, praticamente da sola, si è giustificata lo scorso venerdì e  se l’è raccontata in solitudine davanti all’aula vuota o quasi. Alla fine ha ricevuto i complimenti della Gelmini e Brunetta, gli unici presenti ad ascoltarla che quel pomeriggio non avevano nulla di meglio da fare . Quindi riguardo Renzi, o accetti la sua  rottura col passato oppure no, o ti fidi delle sue strategie energiche e non tradizionali che il giovane segretario Pd  propone oppure ti accontenti del solito piattino pre-cotto e prevedibile come in passato. In un certo senso personalmente preferisco le scelte totali, il ne caldo ne freddo mi ispira molto poco. Ma questa è una concezione mia anche di vita che va oltre il fatto politico.

E quell’altro Matteo, il Salvini? Sicuramente anche lui ha portato uno scossone alla Lega, c’era assolutamnte bisogno anche di maggior fisicità da quelle parti, infatti il giovane Umberto Bossi, anni e anni fa,  era un dinamico, andava, faceva, tornava, le sparava, minacciava (anche se con colpi a salve), urlava e a modo suo era straordinario!  Salvini ha la faccia giusta e  televisivamente parlando, ha sguardo e carattere da cabarettista sornione ma deciso e  cattivello. Le dice bene le cose, si fa ascoltare, talvolta è ironicamente indocile, indisciplinato e monellaccio. Ma il problema è sempre lo stesso: vola basso come ha sempre fatto chi l’ha preceduto. Si batte per l’odio all’euro, dicendo, giustamente, che migliaia e migliaia di persone hanno difficoltà nel lavoro, mentre prima dell’euro non era così… ha tutte le ragioni, sicuramente  ma  in pratica  lo si vede ben presente solo nelle sue monellerie tipo sabato scorso ai caselli autostradali di Gallarate per protestare contro i rincari dei pedaggi o tempo fa che percorre Milano in auto nella domenica  di divieto. Queste cose sono giuste, chi vuole aumenti autostradali o niente traffico la domenica che non serve a nulla tranne che a fare una giornata un po’ diversa?

Il contatto e il rapporto con la base è necessario ma, limitarsi a quello,  è un volare basso. E per l’odiato euro che fa il Salvini? Grandi incontri recentemente a Strasburgo con Marine le Pen del Front national, e con altri, gli anti islamici dell’olandese Gert Wilders ed altri gruppi slovacchi e belgi. Tutti, più o meno, anti euro. Vi sono stati accordi in verità più formali che sostanziali e non va poi dimenticato il forte rimprovero dell’italo-belga Marc Tarabella che accusava il buon Matteo di essere un “fannullone” mai visto in aula prima di quel giorno mentre i colleghi suoi, il Tarabella precisava, lavoravano su argomenti di lavoro e occupazione. E questo comunque non è affatto bello.

Certo non siamo nel 2012 disastroso per la Lega ma comunque è un periodo non facile in cui, a ragione o a torto, al governatore del Piemonte Roberto Cota vengono contestati rimborsi “impropri” per circa 25mila euro. Ammesso che vi siano colpe, l’argomento è tra i più squallidi e disonesti, degni della peggior prima e seconda repubblica, ma si sa, da movimento rivoluzionario alternativo ai vecchi partiti, in 25 anni di tempo la Lega ha sicuramente imparato ”come ci si comporta” quando si è al potere. L’obbiettivo (ma è vero? Così poco?) per le prossime elezioni è del 4%. Però bisogna volare più alto, compreso il buon Matteo Salvini che si limita  un po’ troppo alle sue monellerie. Facciamo qualche altro esempio di grandi monelli? Forse Ghandi, Martin Luther King ed anche Mandela, autori di rivoluzioni civili ma che meravigliosi trascinatori! Ci vuole altro, ben altra dimensione di spirito e di cultura  per raggiungere quei risultati che i leghisti desiderano e che, tanti anni fa, desideravano. Allora eravate davvero straordinari (purtroppo in teoria).

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6 COMMENTS

  1. L’altro Matteo ha dalla sua tutti i media (TG, stampa amica e nemica, ecc.) il Salvini ha tutti contro (compresa la stampa ed i media che dovrebbero essere “amici”: basta leggere i post dei vari blog “indipendentisti”). Evidentemente la gente vuole più immigrazione, più tasse, matrimoni gay e cittadinanza a tutti. W la democrazia…..

    • Non diciamo corbellerie, non si è mai visto un politico leghista trattato bene dalla stampa come Salvini (a parte forse Tosi). Non è un caso che nonostante la Lega sia insignificante sul piano elettorale e ancora di più su quello dei sondaggi Salvini sia sempre in tv, da Santoro a Vespa. I maligni sussurrano che sia un fatto legato al suo appartenere all’ordine dei giornalisti. Fatti una ricerca su internet e non troverai nemmeno un articolo polemico sul Salvini, anzi ne troverai molti che lo esaltano proprio in termini “renziani” (Salvini, il “nuovo”, Salvini il “giovane”, ecc) Insomma, è un leghista che piace al sistema italia.

    • immigrazione, tasse, gay, cittadinanza…eh si, proprio tematiche “indipendentiste”…
      E poi vi lamentate che la Lega non la vota più nessuno…sveglia militonti!!!

  2. Due brutti tipi, con la differenza che il fiorentino fa volare nei sondaggi il suo partito, il milanista lo ha fatto crollare fra il 2 ed il 3%

  3. “Ha sguardo e carattere da cabarettista sornione e cattivello” ; diciiamolo, però: si è preso i complimenti dei due principali presentatori TV, prima di Vespa, poi di Santoro, per la sua oratoria. Non è da tutti.
    Il problema è un altro: non ha, al momento, una squadra agguerrita e preparata che lo sostenga, cosa che non manca all’altro Matteo.

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