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Ora buttano sulle spalle di artur mas le sorti dell’indipendentismo veneto

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di GIANLUCA MARCHI

zaia catalogna“Con la vittoria del movimento indipendentista in Catalogna Artur Mas ha ora una doppia responsabilità: verso i Catalani che hanno dato un segnale preciso, ma anche verso tutti gli altri movimenti indipendentisti d’Europa, perché se si fallisce in Catalogna, si fallisce ovunque. Come ha detto Mas  è incontrovertibile che si tratta di una vittoria della democrazia, che indica quale sia la via per l’indipendenza, e spero che egli sappia monetizzare da subito questo voto con azioni concrete. Non bisogna dimenticare, ad esempio, che l’annunciato referendum del novembre 2014, poi non fu fatto. La via giuridica indicata da Mas e dalla Catalogna  può sicuramente essere utile anche al Veneto”.

Questa è la dichiarazione che il presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia, ha rilasciato ufficialmente dopo il voto catalano. Ammetto di aver avuto a lungo una certa ammirazione per Zaia e per qualche tempo ho persino sperato che, a fronte del disastro leghista successivo agli scandali familistici e diamantiferi, decidesse di passare il Rubicone diventando il portabandiera e il leader di una nuova stagione indipendentista in Padania. Così non è poi stato e anche Zaia ha soggiaciuto alla logica del primum portare a casa la carega e poi si vedrà. Ma ora non posso non osservare che le sue parole riportate sopra sono intrise di una bella dose di “paraculaggine”. In pratica così dicendo, Zaia scarica ogni responsabilità presente e futura circa le sorti dell’indipendentismo nostrano sulle spalle del leader catalano Artur Mas, che già di pesi sulle proprie spalle se ne dovrà caricare assai per dare avvio al processo di separazione della Catalogna dalla Spagna e soprattutto per portarlo avanti e poi a degna conclusione. E’ come se, in occasione del referendum scozzese, poi perso di poco dai separatisti, lo stesso Mas avesse dichiarato che le sorti della Catalogna erano nelle mani di Alex Salmond.

Per l’amor di Dio, ogni prova di forza dell’indipendentismo è sicuramente salutare per l’impegno e per il cammino di qualsivoglia movimento indipendentista europeo, ma da un certo punto in avanti ciascuno deve poi saper mettere le palle sul tavolo, trascinando il proprio progetto politico verso una meta che comunque non sarà mai facile da raggiungere. Zaia, invece, sembra mettere in guardia e persino elevare una critica allo stesso Mas, quasi a voler dire: vedi stavolta di non tradire le attese, visto che già l’anno scorso avevi annunciato un referendum che poi non si è svolto, se non in maniera autogestita e non ufficiale. E comunque per quel referendum che Zaia manco considera è notizia di oggi che Mas è indagato per “disobbedienza”, visto che Madrid aveva vietato quella prova, e per appropriazione indebita.  Detto questo, il governatore del Veneto dovrebbe ricordarsi che il suo Consiglio regionale ha votato una legge che prevede lo svolgimento di un referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto, ma dopo di allora non si ricorda un suo impegno pancia a terra per favorire lo svolgimento di quella prova elettorale. Si ricordano solo tante parole, spese col  segretario leghista Matteo Salvini durante la campagna elettorale per le regionali, a favore dello svolgimento di quel referendum, ma passata la festa (la riconquista della Regione) gabbatu lu santu…

Facile e paraculesco, appunto, scaricare su altri le attese indipendentiste da parte di un movimento, la Lega Nord, che ufficialmente parla di queste tematiche da tre decenni (ultimamente assai meno in verità), ma che da almeno quindici anni si è sottratta a ogni impegno reale, limitandosi a sfruttare una rendita di posizione.

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