Ovviamente, quelli che vi raccontiamo noi sono casi gufeschi, che non rientrano nelle meraviglie del Jobs Act-
“È crisi di produzione per una delle storiche aziende metalmeccaniche della Valleogra: la Ettore Zanon spa di via Vicenza, fondata nel 1920, che produce caldaie industriali, evaporatori per l’industria chimica, servizi di caldareria e altro. Con il mese di giugno sono in arrivo brividi gelidi per i circa 200 dipendenti, perché una sessantina sono in esubero e quindi a estremo rischio di licenziamento, pur con il paracadute degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e/o mobilità)”. Come al solito, i becchini del sindacato sono sul piede di guerra: “…pur avendo introdotto di recente nuove tipologie di serbatoi ad alta temperatura e ad alta pressione per laboratori di fisica, le difficoltà che si incontrano nel mercato tradizionale dei serbatoi per il settore chimico hanno portato a questi pessimi risultati. Inevitabile quindi per la società lanciare un piano di lacrime e sangue che coinvolgerà quasi tutti i reparti, per un massimo di 60 esuberi, su circa 200 dipendenti complessivamente coinvolti, e un obiettivo di riduzione importante dei costi del personale”.
Tutto questo nel “ricchissimo e virtuoso” Veneto dei 21 miliardi di residuo fiscale.