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Ecco il 161° segnale della ripresa: siamo meno ricchi ma paghiamo più tasse

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tassa casadi LUIGI CORTINOVIS

Casa dolce casa, si diceva un tempo. Poi, sono arrivati i governi che pensano a tutto loro e sono arrivate le tasse, che sull’abitazione sono un macigno pesantissimo. Risultato? Eccolo:

“In questi ultimi 5 anni il valore economico degli immobili è crollato di circa 1.200 miliardi di euro (-14,2%), ma nel contempo le tasse sono salite in misura esponenziale: +31,2 per cento. In termini assoluti, il carico fiscale sul mattone è aumentato di 12,3 miliardi di euro: se nel 2010 era pari a 39,48 miliardi di euro, nel 2014 ha toccato i 51,8 miliardi”. Lo sostiene l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Siamo meno ricchi, ma paghiamo di più – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a spingere il settore dell’edilizia nella crisi più pesante mai registrata negli ultimi 70 anni”. In termini assoluti è sceso soprattutto il valore economico delle abitazioni. Sempre in questi ultimi 5 anni, la perdita è stata di 1 miliardo di euro (-16,6%), mentre gli altri immobili (capannoni, uffici, negozi, laboratori artigianali, etc.) hanno subito una contrazione pari a 136,6 milioni di euro (-6,7%). La selva di tasse e imposte che grava sugli immobili è spaventosa: in questa analisi la Cgia ha tenuto conto dell’andamento di tutte le imposte legate alla redditività (Irpef, Ires, Registro e bollo sui contratti di locazione e cedolare secca), ai trasferimenti (Iva, Registro e bollo sui passaggi di proprietà, imposte ipotecarie/catastali, imposte di successione /donazione) e al possesso (Ici/Imu, Tasi, imposta di scopo, Tari). Con la crisi e il crollo della domanda abitativa, anche le compravendite hanno subito una forte contrazione. Sempre tra il 2010 e il 2014, le operazioni di acquisto e vendita riferite alle abitazioni sono diminuite di circa 208.000 unità (-27,3%). Per gli immobili strumentali, invece, la contrazione ha sfiorato le 12.500 unità (-25,1%). Questa situazione ha avuto delle ripercussioni negative anche per le attività economiche che ruotano attorno al comparto casa. Molti artigiani dell’edilizia, del legno, del settore dell’installazione degli impianti sono stati costretti a gettare la spugna o nella migliore delle ipotesi a ridurre drasticamente il personale alle proprie dipendenze”.

Tranquilli… tutto può peggiorare, con la riforma del catasto!

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Proprio oggi, è stata data la notizia della scomparsa di Giuseppe Bortolussi. 

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6 COMMENTS

  1. spero sbagliarmi ma le tasse non diminuiranno mai anzi aumenteranno sempre più. Avevo una casetta i montagna messa male senza aqua e luce ma al catasto
    Cera il numero. Non ci sono stati santi e madonne a dargli da capire che non avevo reddito anzi spese a tener pulito dai rovi per rispetto dei miei antenati. Morale no pagato arrivo equitalia se paghi magari a rate te la ridiamo. Ma che se la tengano se e sua. Altro che proprietà privata.

  2. Il numero delle tasse ed il loro nome di fantasia che cambia spesso, sono il primo indice di quanto gli stessi legislatori sappiano bene di come esse siano fraudolente e si impegnino affinché i Cittadini non abbiano a rendersi conto di quanto sono derubati.
    In merito alla tassa sugli immobili, giusto la settimana scorsa mi raccontavano di una grande fabbrica di filato per le calze. I macchinari devono essere in linea, il filo va stirato, poi torto, ritorto, … ed il capannone deve avere una grande superficie.
    Questa ditta ha chiuso, per tassa sugli immobili, ed il filato lo fa ora in Russia.
    Spero che ciò venga letto e capito da quanti si bevono la continua baggianata che le imprese si trasferiscono all’estero per il costo delle maestranze.
    Il costo esorbitante è lo stato, la sua burocrazia e quello che si invola della retribuzione di ogni Cittadino lavoratore.

  3. Vorrei poter parlare agli Italiani in modo costruttivo, mettendo da parte le critiche le quali come é evidente non cambiano la nostra vita.
    Per salvare il Paese occorre un profondo senso di Nazionalismo tipico della Germania e della Francia ed iniziare a collaborare con in mente un radicale cambiamento che solo l’innovazione potrà aiutarci a salvare coloro che amiamo da un futuro molto pietoso.
    Personalmente sono disposto a mettere sul piatto Nazionale una serie di progetti innovativi in vari settori di primario interesse per promuovere l’occupazione ed il benessere sociale, a condizioni che gli Italiani si svegliano dal letargo della Politica infame in cui si sono fatti travolgere. Molti non hanno capito che destra, sinistra, centro, sopra e sotto sono la medesima pagnotta che ci vendono a caro prezzo.
    Per iniziare occorrono soldi, esattamente come avevano programmato all’inizio del 1900 nel promuovere e sviluppare la Fiat di Torino, la quale ha rappresentato per diversi anni il nostro patrimonio Nazionale, distrutto dalla Politica infame. Come pochi sanno la Fiat ha lasciato l’Italia spostandosi in America dove ha raddoppiato i suoi interessi a discapito del nostro Paese.
    La Fiat é soltanto un esempio, ma moltissime industrie di valore Nazionale si sono spostate all’estero o hanno chiuso definitivamente, lasciando in Patria le obsolete industrie di Stato o a partecipazione Statale, Regionale, Comunale le quali nonostante i prezzi dei servizi raddoppiati, continuano a fare acqua.
    Occorre mettere in sieme un numero di piccoli finanziatori e partire alla riscossa per una nuova Italia, quella che fù duramente creata dai nostri padri per migliorare le nostre condizioni e meriti di cui siamo capaci.
    Anthony Ceresa.

  4. E’ utile misurare oggettivamente la situazione attuale e constatare le evoluzioni statistiche, ma i dati di fatto vanno collegati alla spiegazione delle cause dei fenomeni rilevati.
    Mi pare utile tentare un’ analisi del nesso causale che spieghi le ragioni che hanno portato alla situazione attuale percorrendo le dinamiche comportamentali individuali, familiari, collettive degli ultimi 70 anni.
    Voglio azzardare una sommaria sintesi.
    La democrazia postmonarchica e la moltiplicazione dei centri di decisione politica e di spesa pubblica, in un contesto di libero scambio e competizione europea, hanno favorito un innalzamento del tenore di vita collettivo.
    L’ euforia del rapido progresso sociale e la scalata collettiva ai modelli di benessere rapprasentati dai ceti nobiliari e alto-borghesi hanno stimolato una interazione di condotte individuali con scelte politico-amministrative collettive, guidate prevalentemente dalla soddisfazione di interessi individuali di breve periodo rispetto a quelli collettivi di medio-lungo termine.
    Ne è un esempio la generalizzata privatizzazione della gestione dei pubblici servizi, enfatizzata dalla svolta lib-lab degli anni ottanta, come reazione alla statalizzazione dell’ iniziativa privata che dal fascismo-socialista si era allungata fino alle nazionalizzazioni degli anni sessanta.
    Nel dopoguerra la popolazione padana era composta da famiglie di livello economico e culturale medio-basso, in transito dal bracciantato agricolo al lavoro subordinato nell’ industria e nel terziario. Esse hanno preso a modello i ceti benestanti che potevano permettersi rendite patrimoniali e discreti livelli scolastici e professionali.
    L’ aumento di una diffusa richezza ha portato due effetti: a) un aumento della propensione al risparmio e di conseguenza la necessità della tutela del patrimonio dalla erosione della inflazione monetaria, b) un aumento della propensione all’ investimento per accrescere il patrimonio familiare.
    La famiglia media si è quindi orientata a salvaguardare il patrimonio immobilizzandolo nel “mattone”, che al confronto con la Lira manteneva salvo il valore, e ad investire nella istruzione della prole per fornira ad essa l’ occasione di miglioramento della condizioni di lavoro e di maggior reddito.
    La contemporanea adozione di questo stile di vita da parte di milioni di famiglie ha creato per un quarantennio le condizioni di pieno soddisfacimento delle dette aspettative, fintanto che si sono verificati due fatti che hanno paralizzato la bontà del modello seguito: a) la progressiva saturazione del mercato immobiliare con relativa “bolla” inflattiva della produzione rispetto alla richiesta di consumo, b) l’ adozione contemporanea della moneta comune europea deputata alla stabilità nel cambio con quelle delle economie concorrenti e la conseguente riduzione dell’ inflazione Euro. E’ così successo che mentre il settore immobiliare/bene rifugio per la conservazione del valore patrimoniale è entrato in bolla, il denaro tradotto in Euro è diventato esso stesso “bene-rifugio” e si è talmete gonfiato da portare al forte raffreddamento dell’ inflazione ed all’ azzeramento dei tassi di interessi.
    Ora bisogna fare i conti con la risultanza di quanto successo e con un dato di fatto attuale:
    ci troviamo di fronte ad una popolazione di età media molto più alta di quanto non lo fosse negli anni quaranta, con un patrimonio immobiliare medio molto eccedente le nacessità familiari e con una discreta disponibilità monetaria media, accompagnate da alta propensione a viver di rendita, a diffusa scolarizzazione formale ma distante dalla sostanziale spendibilità dei titoli di studio sul mercato del lavoro. Manca inoltre una visione dell’ interesse collettivo dei padani, essendo prevelso il modello individualistico che paga però il proprio “senso di colpa” di cristiana induzione con accessione ad alti gradi di esterofilia, di terzomondismo, di solidarismo unilaterale e di soggezione a modelli culturali regressivi.
    Amen.

  5. Tanti parlano e scrivono su argomenti che conosciamo già senza pensare che non si tratta di inadempienze di un Partito Politico da Crocifiggere, ma dall’insieme delle teste quadre di tutti i colori politici i quali stanno devastando il Paese per interessi personali. Lo sanno persino le lucertole e i camaleonti che l’Italia va male, c’é lo cantano in tutti i modi l’Unione Europea, e le nostre debolezze sono conosciute persino in Africa che per l’occasione hanno preso dassalto il Paese con i clandestini, con l’acquisto delle Industrie, con la disoccupazione crescente, con le bugie, con i furti Istituzionalizzati, con una Giustizia dormiente. Non sevono più le parole, occorre raggruppare le teste degli Italiani persi e confusi da una ganga di corsari dagli occhi bendati incapaci di sentire e vedere il domani della Nazione.
    Anthony Ceresa

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