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Ecco il 165° segnale della ripresa: l’expo è un flop rispetto agli annunci

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expo italiadi LUIGI CORTINOVIS

Guai a chi mette in dubbio la bontà dell’EXPO! Ogni volta che ci passa uno del governo, gli elogi sono sperticati, l’Italia diventa il paese più in crescita del mondo e i politici italiani passano per geni dell’organizzazione. Ora, basterebbe leggersi quanto scritto da Wired su cosa resta delle strutture delle esposizioni mondiali del passato, per toccarsi con  discrezione. (VEDI QUI).

Tornando al baraccone milanese, invece, è stato scritto un bell’articolo da Fabio Massa per cominciare a prendere coscienza del fallimento in corso nel capoluogo lombardo. Il giornalista di Affari Italiani, cita un “accuratissimo Report” di Atm che sentenzia senza mezzi termini quanto segue: “Quello che dimostra, nero su bianco, è che Expo è un flop a livello di numeri (sulla qualità ci sarebbe da riparlarne). Un flop rispetto ai numeri pazzeschi messi sulla carta, preventivati. Il massimo possibile nella situazione data, ma comunque un flop rispetto alle previsioni”.

Dopo l’apparizione del Report Atm, ora tutti si dannano a chiedere maggiore trasparenza, quella trasparenza che quando veniva invocata mesi fa da qualche testata, era considerata dai filo-governativi” come il solito pretesto per buttare discredito sulla manifestazione considerata il “fiore all’occhiello del Made in Italy”. Trasparenza che, non solo per quel che concerne i numeri, in vero non è mai stata rispettata, basti pensare a come gli amici dei soliti amici si sono aggiudicati appalti senza gara per esporre ad Expo 2015.

Tornando al Report citato da Affari Italiani: “La prima cosa che colpisce è che c’è una costanza statistica impressionante. Altro che grande progressione: in metropolitana la gente è più o meno sempre la stessa dall’inizio della manifestazione. Alle ore 12 un dato compreso tra il 48 e il 53 per cento è già arrivato in Expo. Per capire come si arriverà a sera, basta fare una semplice proiezione, sempre che non arrivi il secondo report (a quel punto i dati sono più che certi). Per quanto riguarda i numeri, qualcosa salta all’occhio. Dalle previsioni Atm avrebbe dovuto trasportare il 22,52% degli utenti totali (prevedendo i treni di Trenord pieni, i parcheggi stracolmi, i bus a pieno regime. Tutte condizioni che non si sono verificate). Il sabato 30 maggio Expo aveva previsto 210mila ingressi. Atm però trasporta meno di 30mila persone rispetto alle 48mila preventivate. Due conti della serva e il gioco è fatto: altro che 210mila accessi, i numeri sono decisamente più bassi. Ma non è finita qui. Perché gli zelanti dipendenti di Atm che compilano il report fanno anche le somme. E su una colonna c’è il flusso totale dei trasportati: 1 milione 575mila persone fino al 30 giugno. Se davvero Atm trasportasse il 22,52% degli utenti totali. Ma il problema è che Atm, secondo le rilevazioni, trasporta molto più del 22% e gira comunque su numeri inferiori al preventivato. In Trenord, malgrado le smentite, i dossier preoccupano non poco l’ad Farisè, che ha i treni vuoti. Sui parcheggi si è ingaggiata la polemica che conosciamo con Sala che fa mea culpa perché sono troppo vuoti”. 

 

Ovviamente quelli di EXPO SPA buttano acqua sul fuoco e hanno immediatamente stilato una nota zeppa di numeretti per dire che tutto va benissimo. Citano persino un indice di soddisfazione dei visitatori: “Un capitolo molto importante è quello relativo alla soddisfazione dei visitatori. La società GFK ha realizzato un’indagine che si basa su un campione statistico di interviste estremamente significativo. La soddisfazione complessiva del visitatore, su una scala da 1 a 10, si posiziona a 8,4, con dei picchi positivi per il servizio all’interno del sito espositivo e per la qualità dei padiglioni e con l’unica criticità relativa alle code agli ingressi dei padiglioni stessi. Infine, il 58% dei visitatori dichiara di voler tornare a visitare l’Expo”.

Conclusione: la Grecia se la tirava alla grande quando organizzò le Olimpiadi del 2004. Feste, sfarzi e pacche sulle spalle da tutti! Quei giochi hanno contribuito a riempire di debiti il paese di Tsipras, che è poi ricorso, come è noto, alla falsificazione dei bilanci di fronte all’UE pur di continuare a mungere denari degli altri. Beh, tra ellenici e italici, i secondi sono persino migliori dei primi col gioco delle tre carte, fosse il caso di mascherare l’ennesimo buco dell’ennesimo investimento pubblico tinto di nazionalismo becero.

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