Non c’è talk show in cui non passi un rappresentante del governo a dire – tra una battuta e l’altra – “che Renzi ha abbassato le tasse“.
Mai fandonia ha trovato tanta eco come di questi tempi. Perché? Perché lo hanno imparato da Goebbels, ministro della propaganda nazista, che soleva dire: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. Non per noi però. Dal 1° gennaio 2015 sono scattati una serie di aumenti di imposte che stanno interessando tutti. Vediamo quali:
Avevamo già parlato dell‘aliquota per le partite Iva iscritte alla sezione separata dell’Inps: l’aliquota passerà dal 27,72 al 30,72%.
Acqua: L’aumento previsto per il 2015 sarà del +4,8%. Tuttavia, vi sono anche 6 milioni di consumatori che lo scorso anno hanno avuto una riduzione della bolletta del 10%.
Benzina e gasolio: L’aumento della fiscalità sui carburanti era previsto da un apposito decreto del Mef del 30 novembre 2013 e sarebbe dovuto scattare dal primo gennaio per finanziare il taglio della prima rata dell’Imu, circa 671 milioni di euro per il 2015 e 18 milioni per il 2016. L’ultimo decreto Milleproroghe l’ha rinviato di 12 mesi.
Pedaggi autostradali: L’aumento medio per l’intera rete autostradale sarà dell’1,32%, ma per alcune autostrade si arriverà a pagare l’1,5% in più.
Contributi previdenziali per artigiani e commercianti: per queste categorie di lavoratori l’aliquota del prelievo Inps sale dal 22,20% al 22,65% (è il caso degli artigiani) e dal 22,29% al 22,74% per i commercianti.
Tassazione dei fondi pensione: sale dall’11 al 20% l’aliquota relativa all’imposta sostitutiva che si applica sul risultato netto maturato dai fondi di previdenza complementare in ogni periodo di imposta.
Birra e prodotti alcolici: l’accisa sulla birra passa da 2,7 a 3,04 per ettolitro, mentre quella sui prodotti alcolici intermedi (come ad esempio, vini liquorosi, vini aromatizzati ecc.) da 80,71 a 88,67 per ettolitro. L’accisa sui superalcolici (rhum, whisky, gin, ecc.) passa da 942,49 a 1.035,52 per ettolitro.
Tassazione sulla rivalutazione del TFR: l’aliquota relativa all’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi – si applica ai redditi derivanti dalla rivalutazione del trattamento di fine rapporto – sale dal 11% al 17%.
Aumenta l’Iva per l’acquisto dei pellet: l’imposta applicata all’acquisto del combustibile pellet, previsto dalla Legge di Stabilità, è passata dal 10 al 22%. Secondo Federconsumatori l’aumento comporterà un aggravio medio di 50 euro per le famiglie che utilizzano questa forma di combustibile meno inquinante.
Tranquilli… mancano ancora 11 mesi alla fine dell’anno!