di LUIGI CORTINOVIS
Sarà che avran deciso di seguire le direttive del nuovo Pontefice e spostarsi per dare lavoro ai bulgari, che se la passano meno bene dei bergamaschi forse…
Fatto sta che lo stabilimento della Faac in provincia di Bergamo ha licenziato i cinquanta dipendenti e ha deciso di delocalizzare in Bulgaria. Una decisione sorprendente, visto che la proprietà della Faac è in mano alla Curia di Bologna. Il caso viene riportato dal quotidiano La Stampa:
Uno stabilimento chiuso, l’attività delocalizzata in Bulgaria, cinquanta persone senza lavoro: un dramma dell’occupazione come tanti, non fosse che l’azienda smantellata, che aveva sede a Grassobbio nel Bergamasco, appartiene alla Faac, multinazionale dei cancelli elettrici la cui proprietà è interamente nelle mani della curia di Bologna.
Alla fine dovranno andarsene tutti o saranno costretti a chiudere, è solo questione di tempo. In questo paese non c’è più vita per le imprese, distrutte dai burocrati ottusi dello stato che le ha sempre vessate in modo graduale e non si sono mai ribellate e le associazioni di categoria hanno lasciato correre. Sopravvivono solo quelle che hanno la forza di corrompere i funzionari pubblici per ottenere gli appalti dei lavori.