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Ecco il 198° segnale della ripresa: l’83% del reddito se lo mangia il costo della vita

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costo-vitadi LUIGI CORTINOVIS

Il potere d’acquisto è, in pratica, il valore reale di quanto guadagnate, ciò che vi potete permettere. “Secondo l’indagine UBS su Prezzi e Salari, studio che, pubblicato con cadenza triennale dal 1971, esamina prezzi, salari e poteri d’acquisto in 71 città al mondo, emerge chiaramente come per beneficiare degli stipendi più elevati sia necessario volare in Svizzera: Zurigo e Ginevra, per l’esattezza”.

Segue a ruota, L’Italia? No, in termini di miglior connubio tra potere d’acquisto e livello di salari c’è il  Lussemburgo. Tutte città nelle quali il salario netto orario consente di comprare il maggior numero di beni e servizi contenuti nel paniere standard. Fanalini di coda tra le città sono: Kiev, Nairobi e Giacarta, dove i salari sono circa il 5% rispetto al livello medio di Zurigo.

Prima di continuare a parlare di città, vediamo Treccani cosa dice in proposito, analizzando non le città ma gli Stati. Basta che clicchiate sul grafico, ingrandendolo noterete subito come vanno le cose. Il reddito medio in Germania, ad esempio, è pari a 2580 euro al mese e l’impatto del costo della vita sulla busta paga è pari al 43.2%. In Francia, invece, il reddito medio è 2180 euro e il costo della vita pesa per il 60,6%. E il Belpaese? In Italia lo stipendio medio viaggia sui 1410 euro al mese (magari!), ma l’impatto del costo della vita incide per ben l’83.8% del proprio salario. Una vera botta!

Tornando allo studio dell’UBS, quanto bisogna lavorare, nelle città analizzate, per potersi concedere un Big Mac in pausa pranzo? A Nairobi almeno tre ore, a Roma e Milano solo 18 minuti, a Hong Kong addirittura la metà. E se invece desiderassi un iPhone 6? Abitando a Zurigo, basterebbero 21 ore di lavoro, mentre a Kiev ne servirebbero 30 volte di più. “Guardando in casa nostra – scrive Silvia Pagluca su il Corriere.it – si scopre che Milano è al 13° posto per il costo della vita, soprattutto a causa degli affitti (carissimi), con salari medi inferiori del 10% su base lorda rispetto alle principali città tedesche. Trend che peggiora su base netta: in questo caso, la differenza raddoppia a causa di tasse e contributi più elevati”. Ah già… le tasse bellissime. E negli ultimi tre anni, infatti, Milano è diventata del 16% più cara rispetto alla capitale dell’Italia.

 

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