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Ecco il 204° segnale della ripresa: tasse sulle tasse e tasse tassate

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TASSOPOLIdi LUIGI CORTINOVIS

Partiamo dalla fine del discorso: Confartigianato ha recentemente scritto che negli ultimi dieci anni l’Italia è il paese d’Europa che ha registrato la più alta crescita della pressione fiscale, con un aumento di 4,2 punti percentuali. Vabbé, chi legge il MiglioVerde non credo si scomporrà più di tanto di fronte a questa ovvietà.

Ciò che ci interessa, però, è tentare di capire – considerato il ginepraio burocratico-fiscale nostrano – che vitaccia facciano le aziende per pagare le tasse e non solo in Padania. Un altro, recente studio di “Confartigianato imprese Puglie” ci racconta di “imposte locali e tasse tassate”, che comportano per le piccole medie imprese legnate da 11.000 euro all’anno. 

In sintesi: “il calcolo, infatti, è stato svolto prendendo in esame un’azienda tipo, che vanti, cioè, cinque addetti fra lavoratori dipendenti e indipendenti. Ebbene, sul groppone pesano Irap, addizionale regionale Irpef, addizionale comunale Irpef, Imu e Tasi con un importo medio nelle province pugliese che oltrepassa i 10mila euro. E non solo. A quest’esborso bisogna aggiungere un aggravio medio di 930 euro di «tassa sulla tassa». In parole povere, l’analisi sulle norme di applicazione dei tributi comunali per gli immobili ha evidenziato un sovraccarico di prelievo fiscale dovuto all’indeducibilità dell’Imu. Una delle tante italiche follie, che ovviamente si verificano in tutte le altre realtà locali e di cui “bimbo-bamba” Renzi non parla mai.

Di questi effetti perversi, proviamo a dar conto coi numeri: “La media finale di quanto pagano le aziende è di 11mila e 252 euro all’anno per le sole principali imposte locali, di cui sopra. L’impatto dei tributi è stato calcolato su un’impresa-tipo con tre lavoratori dipendenti (reddito medio di 20mila e 600 euro) e due indipendenti (reddito medio di 39mila e 710 euro)”. E quali sono le aziende più colpite? Le micro e piccole imprese. 

Mentre la propaganda di regime fa titoloni su annunci di tasse che, forse, verranno tagliate in futuro (promesse da marinaio?), si dimentica di ricordare, a gran voce, le salassate che chi lavora subisce ogni giorno!

Infine, una curiosità, tratta sempre dallo studio di Confartigianato, che ha svelato come meccanismi fiscali contorti producono un effetto nefasto sulle tasche – e si sa – e “forse persino sulla psiche”.In Italia, non solo si paga troppo, ma troppe volte non si capisce nemmeno che cosa si paga.  E c’è chi si meraviglia che gli imprenditori finiscono per suicidarsi…

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