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Ecco il 55° segnale della ripresa: troppe tasse e meno laureati

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laureadi LUIGI CORTINOVIS

Il sistema universitario nostrano non è più nemmeno preso in considerazione dalle classifiche internazionali, dove per trovare un ateneo nostrano bisogna scorrere le classifiche ben oltre il centesimo posto. Del resto, se la Bocconi ha partorito uno come Monti, che in due anni di governo ha solo “strutturalizzato” la crisi, c’è poco da sperare. 

“In base ai dati di AlmaLaurea tra il 2003 e il 2012 il laureati sono calati del 20% nel Belpaese. Soltanto 3 diplomati su 10 decidono ormai di intraprendere il percorso universitario; l’immediata conseguenza riguarda il livello di scolarizzazione in Italia, dove soltanto il 21% della popolazione nella fascia 25-34 anni vanta una laureE, mentre la media Ocse tocca il 39%. In base a quanto rileva l’Ufficio Statistica del Ministero dell’Università: in dieci anni (tra il 2002 e il 2012, anno al quale sono aggiornati i dati del ministero) gli atenei hanno raccolto in tasse universitarie il 63% in più raggiungendo quota 2,08 miliardi di euro. Il quadro sembra molto chiaro. Sullo sfondo una crisi economica strutturale, in primo piano l’aumento delle tasse e il calo delle iscrizioni, la cui correlazione non va né sottovalutata né considerata come unica causa-effetto della bassa scolarizzazione”.

Calamandrei diceva: “Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere”. Mah… forse sarebbe meglio dire che “a mantenere i sudditi ancor più sudditi e poveri, oggi ci pensa la scuola”, con tanto di specializzazione universitaria.

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