In Bergamasca l’han sempre chiamata solo “la Dalmine”, oggi è la “Tenaris”, gruppo mondiale che si occupa di produrre tubi. Sono arrivati i tempi bui anche da queste parti.
“La Dalmine vivrà, martedì prossimo, 10 marzo, l’ennesimo sciopero, con presidio delle portinerie al quale Mario ha aderito. Sarà uno sciopero di tutta la giornata, di tutti i reparti, che coinvolgerà tutti i 1800 dipendenti attuali, perché su tutti pende la spada degli esuberi (406 quelli dichiarati dalla Tenaris)”. 406 licenziamenti in pratica, senza contare che molti tra gli assunti con contratto a termine sono già stati lasciati a casa.
Spiega un sindacalista della Cisl: “Rispetto al 2004 o al 2009, manca un Piano industriale, una prospettiva…allora i momenti di difficoltà si risolvevano anche con cospicui investimenti, oggi non si vedono prospettive“. Se lo sentisse Renzi lo apostroferebbe come “gufo”.
Forse sono un disadattato, ma a me di tenaris non frega un tubo.
Ci saranno certamente dei responsabili, anche politici, che sono tenuti a rispondere della situazione a dipendenti, banche, etc, etc.
Si arrangino.
Può chiudere i battenti anche domattina alle 7.00.
La mia vita non cambia.
Anzi, probabilmente migliora.
Fanculo coglione