In Italia, certezza del diritto significa che l’unica certezza che esiste è che i giudici hanno il diritto di fare quel che vogliono, il tutto senza pagare pegno. La chiamano democrazia, bilanciamento dei poteri, giustizia sociale e corbellerie varie.
All’estero, certezza del diritto è, invece, tempi rapidi per i processi e per le sentenze per chi ricorre in tribunale per vedere riparata un’ingiustizia subita.
Anche in Europa lo hanno capito: “Con 608 giorni l’Italia è terzultima nella Ue per la lunghezza dei processi di prima istanza civili e commerciali secondo lo ‘scoreboard’ pubblicato dalla Commissione europea. Peggio, nei dati 2013, solo a Cipro e Malta. A fronte di alcuni miglioramenti in altri indicatori – come la presenza di donne tra i giudici di Cassazione aumentata del 15% tra il 2007 ed il 2014 – i tempi dei processi italiani ha continuato a peggiorare: erano 493 giorni nel 2010 e 590 nel 2012″.
E’ divertente leggere che viene considerato un miglioramento il fatto che aumentino le donne in magistratura. Che i tempi dei processi peggiorino (quasi 10 anni per una sentenza di 3° grado), invece, è solo un particolare.