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Ecco il 73° segnale della ripresa: la 13ª finisce in bollette e tasse

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senza-soldi-meno-tassedi LUIGI CORTINOVIS

“Dopo il salasso fiscale di novembre, che impone versamenti di imposte entro la fine del mese di circa 55 miliardi di euro all’erario tra Iva, acconti Irpef, addizionali Irpef, Irap, Ires e ritenute di imposta, con imposte, tasse e tributi che superano 490 miliardi di euro l’anno, tra due settimane saranno pagate le tredicesime, che ammontano quest’anno a 34,9 miliardi di euro. Ma l’85,2% della gratifica natalizia verrà mangiato da tasse, mutui, bolli, canoni“.

Lo sottolineano Federconsumatori e Adusbef.  Entro il 31 dicembre ci saranno circa 35 miliardi di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno (l’1,5% in più rispetto ai 34,4 miliardi del 2015), il 14,6%, ossia 5,1 miliardi di euro, come nel 2015, resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati.  Perchè c’è da pagare tasse e bollette. Le tredicesime 2016, calcolano i consumatori, sono così ripartite: 9,2 miliardi ai pensionati (come nel 2014) 9,5 miliardi ai lavoratori pubblici (+1,00%); 15,7 mld  (0,6%) ai dipendenti privati (agricoltura, industria e terziario). Quest’anno, poi, fanno notare Adusbef e Federconsumatori, “alcune imprese hanno già dichiarato di non riuscire a pagare le tredicesime, a causa delle tasse e delle difficoltà di accesso al credito. Tra le ragioni indicate per ‘giustificare’ il mancato pagamento della tredicesima, prevale infatti l’eccessiva concentrazione degli adempimenti fiscali in dicembre.

Nello specifico, in base ai calcoli dei consumatori, su un monte tredicesime di 34,9 miliardi: l’esborso per RC Auto assorbirà 5,1 miliardi (-1,9%); per rimborsare prestiti e/o ratei se ne andranno 4,3 miliardi (+2,4%); per pagare le rate di mutuo si spenderanno 3,8 miliardi (-2,6%); per il bollo auto/moto occorreranno 4,2 miliardi (+2,4%); le bollette assorbiranno 7,7 miliardi (+1,3%); l’Imu sulla seconda casa assorbirà 2,3 miliardi (+9,5%); la seconda rata della Tasi costerà 2,4 miliardi (+9,1%) rispetto al 2015. Il totale delle voci di uscita considerate ammonta a 29,8 miliardi, +1,7% rispetto al 2015.     Adusbef e Federconsumatori quindi “invitano il Governo ad un ravvedimento operoso, sia nella riduzione del debito pubblico (un macigno di 2.213 miliardi di euro a settembre 2016, con un aumento di 106 miliardi di euro dal febbraio 2014, data di insediamento del Governo Renzi), con la vendita di oro e riserve di Bankitalia, che nei tagli a sperperi e sprechi pubblici, destinando tali risparmi a ricerca, sviluppo, innovazione ed un paino straordinario del lavoro per i giovani”.

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