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Ecco il 77° segnale della ripresa: costo del lavoro al top in europa

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costo lavorodi LUIGI CORTINOVIS

Oggi, non farò altro che riportare un’agenzia Ansa: “L’Italia anche nel 2014 è rimasta al top tra i Paesi Ue per l’incidenza degli oneri vari sul costo del lavoro (il 28,2%): secondo i dati Eurostat diffusi oggi solo la Francia e la Svezia ci superano con quote pari rispettivamente al 33,1 e al 31,6%. Lo scorso anno il costo complessivo di un’ora di lavoro in Italia è però cresciuto solo dello 0,7% rispetto al 2013, un tasso inferiore sia alla media dell’Eurozona (1,1%) che a quella Ue (1,4%).

Nella media Ue, il peso degli oneri extra-salariali sul costo orario del lavoro (principalmente quelli previdenziali e fiscali) si è attestato al 24,4%, incidenza che sale al 26,1% nella media dell’Eurozona. Alle spalle dell’Italia, secondo i dati Eurostat, si collocano la Lituania (28%), il Belgio (27,8%) e la Repubblica ceca (27,1%). I Paesi con meno oneri sul costo del lavoro sono invece Malta (6,9%) e Danimarca (13,1%).

In termini assoluti, lo scorso anno il costo di un’ora di lavoro in Italia è stato, in base ai dati pubblicati da Eurostat, di 28,3 euro contro i 29 della media Eurozona e i 24,6 della media Ue. Nel settore industriale l’Italia figura al di sotto della media Eurozona (28 euro contro 31,8) e sopra quella Ue (25,5), nelle costruzioni si attesta sui 24,7 euro (25,6 la media Eurozona e 22 quella Ue) e nei servizi a 27,2 euro (28 l’Eurozona e 24,3 l’Ue). Dove invece il costo del lavoro ha superato sia la media Eurozona (28,9) che quella Ue (24,7) è il settore che raggruppa educazione, sanità, attività ricreative e altro: qui il dato segnalato da Eurostat per l’Italia è stato pari a 32,3 euro all’ora”.

Dai… convinceteci che l’Italia ha un futuro.

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1 COMMENT

  1. Il problema dell’avere il costo del lavoro più alto d’Europa si affianca ad un altro che rende la faccenda micidiale: le paghe nette in Italia sono tra le più basse d’Europa.
    Il fenomeno è presto spiegato, un lavoratore che in busta paga si vede un misero 1000 euro al datore di lavoro tra contributi e ritenute ne costa 2000, la differenza si chiama cuneo fiscale, il più alto d’Europa.
    A partire dagli anni novanta le aziende italiane, massacrate di tasse, hanno reagito in due modi, delocalizzando all’estero oppure tagliando la principale voce di spesa per compensare la tassazione. La principale voce di spesa in un bilancio è generalmente il costo del lavoro. Ecco quindi tutta una serie di provvedimenti, miopi visto che hanno contribuito alla situazione attuale, l’eliminazione della scala mobile, la legge Biagi, che hanno sempre più abbassato le paghe e precarizzato i lavoratori. A questo aggiungiamo che il costo della vita in Padania è uno dei più alti d’Europa.
    A questo si aggiunge che l’Italia è uno dei pochi paesi a non avere il salario minimo legale.
    Il crollo del risparmio e dei consumi è una conseguenza ovvia.
    Visto che appena

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