Un calice (boccale) amaro quello che sono costretti a bersi i produttori di birra (ma anche i consumatori), visto che grazie alla manovra economica varata dal governo Renzi, per chi ama la bevanda a base di malto e luppolo le tasse (accise) sono aumentate. Con quale conseguenza per la ripresa?
Ce lo spiega Alberto Frausin, presidente di Assobirra: “Con il nuovo aumento delle accise sulla birra, scattato il primo gennaio, e’ successo quello che temevamo: circa un sorso su due della nostra birra la berra’ il fisco. E pensare che se la pressione fiscale su questo prodotto fosse analoga a quella di Spagna o Germania, il settore potrebbe generare settemila nuovi posti di lavoro in 1 anno“.
Settemila posti di lavoro non sono pochi, di questi tempi. Ma il fenomeno fiorentino ed i suoi ministri sanno bene che l’occupazione si crea in altro modo: avanti coi forestali, Calabria e Sicilia ne hanno bisogno!
Da tempo ho preso un provvedimento individuale in merito a questa vicenda.
Non acquisto e non bevo più birra.