Dopo il quarto d’ora di promesse fatte a Pontida, Zaia ha annunciato oggi la sua giunta, la “squadra”, come usano dire i calciofili della politica. Il presidente della Regione ha scelto un gruppo under 50 (come media d’età) e con 3 donne.
Ecco chi sono, come da sito ufficiale: Insieme al vicepresidente, il sindaco di Musile di Piave Gianluca Forcolin, compongono la nuova Giunta: Giampaolo Bottacin (tra le deleghe: ambiente e specificità della provincia di Belluno), Federico Caner (a cui, tra le altre, è spettata la nuova delega dell’attuazione del programma di governo), Luca Coletto (confermato alla sanità, a cui sono stati affiancati i servizi sociali, facendo nascere l’assessorato al welfare), Cristiano Corazzari (39 anni, il più giovane, assessore tra l’altro alla cultura e allo sport), Elisa De Berti (lavori pubblici e infrastrutture), Elena Donazzan (l’altra confermata, all’istruzione e al lavoro), Manuela Lanzarin (no profit e flussi migratori), Roberto Marcato (commercio) e Giuseppe Pan (agricoltura e pesca).
Zaia ha spronato i suoi affermando: “Nessuno deve pensare a gettare la spugna e a fare per cinque anni il curatore fallimentare del Veneto: cercheremo di continuare il lavoro impostato, pur sapendo che non siamo usciti dalla crisi”. E già qui ci sarebbero due notizie: la prima, che l’Italia è una specie di palla al piede per il Veneto, che potrebbe affondare insieme al Belpaese, nonostante gli oltre 20 miliardi di residuo fiscale; la seconda, che anche il rieletto “governatore” sa che la crisi è ancora lì, tutt’altro che superata. Su questo argomento, peraltro, ha già cominciato a far promesse, annunciando in primis elargizione ad aziende – “Per tutelare le imprese” ha detto – per un miliardo e 400 milioni di euro. Ma ha addirittura profetizzato una “Banca Veneta”, e chi ha memoria di banche in odor di Lega ha ancora gli incubi per via della “CrediEuroNord”.
Inoltre, Zaia ha annunciato attenzione per il turismo e la sanità. Sul sito della Regione potete trovare ben 18 progetti di legge “per mantenere gli impegni”, che avrebbe preso in campagna elettorale. (VEDI QUI).
Nel programma 2015-2020 si parla di tutto, tranne di una cosa: l’indipendenza del Veneto, ormai declassata a “conquista dell’autonomia come veneti legittimamente rivendichiamo da tempo”. Auguriamoci che gli indipendentisti presenti in Consiglio possano fare pressione sulla loro maggioranza.