Il ministro Padoan è andato in Europa a dire che la recessione in Italia è finita. Non ha fatto altro che ripetere la solita storiella dei suoi predecessori, con l’aggiunta di una richiesta agli euroburocrati: poter falsare un po’ i bilanci dell’Italia, così da non dover rispettare i parametri che il Belpaese aveva promesso di rispettare.
Al netto delle barzellette di Padoan, che ne pensano gli industriali della fine della recessione? “Per tre Pmi su cinque la ripresa «è miraggio» e il 2015 sarà un anno ancora incerto e ricco di criticità. Il 62% del campione non vede prospettive concrete di miglioramento né indicazioni particolarmente positive. Nessuna svolta per il rilancio dell’economia. Non ci saranno salti di qualità sul versante della produzione e nemmeno sul fronte dell’occupazione. A deprimere le previsioni delle aziende associate a Unimpresa sono sia i dati congiunturali, che continuano a segnalare un quadro non brillante nell’Unione europea, sia le indicazioni e le stime per il prossimo futuro, che fanno intravedere solo sporadicamente segnali positivi”.
Il presidente di Unimpresa, Longobardi, intervistato dal “Sole 24 ore” aggiunge: “A frenare una crescita della produzione e quindi delle vendite sono le problematiche tutte italiane legate ai costi della spesa energetica, del lavoro, alla pressione fiscale eccessiva, alla burocrazia, alla carenza di infrastrutture, al difficile credito bancario”. Zitti… non svegliate il ministro Padoan dai suoi sonni…