di GUGLIELMO PIOMBINI
Il capitalismo viene spesso accusato dagli ecologisti di essere responsabile dei maggiori problemi ecologici, come l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, l’esaurimento delle risorse naturali, la deforestazione, la desertificazione, l’estinzione delle specie animali e vegetali. Questa idea è servita a giustificare un intervento massiccio dello stato nel campo ambientale, sotto forma di collettivizzazione dei beni, minuziose regolamentazioni, tasse sulle imprese “inquinanti” e altre misure restrittive.
L’ecologia di Stato, che ha moltiplicato le burocrazie ambientali affidando a politici e burocrati quelle decisioni che un tempo erano di esclusiva competenza dei proprietari e delle comunità, non ha dato però buoni risultati. L’estensione della proprietà pubblica ha spesso favorito il degrado del territorio e degli ambienti naturali. È facile accorgersi, infatti, che ad essere inquinate o abbandonate all’incuria sono solitamente le riso