Le elezioni regionali in Veneto saranno la cartina di tornasole dell’indipendentismo, ne verificheranno lo stato dell’arte e sanciranno un verdetto. Tutto ciò, aldilà della presunzione manifestata da taluni esponenti venetisti radicali, avrà a che fare col risultato che otterranno la Liga e Luca Zaia.
E’, dunque, imprescindibile osservare quel che sta accadendo all’interno della Lega Nord, dove si è praticamente del tutto consumata la battaglia di potere fra Tosi e Salvini, che ha visto vincitore (come avevamo annunciato peraltro) il segretario leghista. Eppure, al netto degli appelli all’unità del partito lanciati da diversi esponenti, di rilievo o meno (Bossi pare sia stato messo in mezzo come mediatore), ieri – come ha scritto Gianluca Marchi – è accaduto un fatto dall’enorme peso politico: “I fedelissimi di Tosi anticipano lo strappo. E’ stata depositata presso l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Veneto la richiesta di Luca Baggio, già presidente della Liga Veneta, e di Matteo Toscani, punto di riferimento del sindaco di Verona nel Bellunese, la richiesta di costituire un nuovo gruppo in consiglio regionale denominato «Impegno veneto»”. Traduzione: i colonnelli di Tosi han formato un gruppo regionale, che permetterà di evitare la raccolta di firme qualora dovessero presentarsi alle prossime elezioni.
Riporta ancora il Corriere della Sera: “Del gruppo farà parte anche Francesco Piccolo, ex Forza Italia e autore del celebre emendamento per l’introduzione del ballottaggio per la legge elettorale”. Tosi, insomma, comincia a mostrare i muscoli, soprattutto adesso che Salvini ha annunciato (anche in questo caso lo avevamo previsto) il possibile accordo con Forza Italia e Fratelli d’Italia per sostenere Luca Zaia. Sul fronte opposto, Roberto Calderoli (fedele esecutore dei diktat di Via Bellerio da sempre) ha emesso una circolare nella quale ha invitato i militanti a predere le distanze dalla fondazione di Tosi e Tosi stesso ha mettere i sigilli al suo giocattolo.
Tutto questo, cosa c’entra con gli indipendentisti? C’entra, in quanto le tre formazioni che per ora hanno annunciato la loro candidatura al governo della Regione, intorno al pianeta Zaia – chi più chi meno – ci hanno orbitato. Non solo, c’entra anche per il fatto che Zaia stesso, qualora Tosi ufficializzasse la sua corsa, potrebbe far salire sul suo carro uno o addirittura due dei partiti indipendentisti più in vista, vale a dire “Indipendenza Veneta” e/o “Noi Veneto Indipendente” (Con “VenetoSì” ha chiuso ogni porta).
“Noi Veneto Indipendente”, perso per strada Chiavegato (ora alleatosi con Morosin), ha forse qualche chance in più, dato che Mariano Foggiato con Zaia ha avuto rapporti politici stretti ed è stato consigliere regionale negli ultimi 5 anni, cosiccome Luca Azzano Cantarutti ne ha avuti per via della Legge 16 e la nascita del Comitato per la raccolta dei fondi necessari (a proposito, che fine ha fatto? Quanto ha raccolto?). Di più, Antonio Guadagnini (uno dei fondatori del cartello indipendentista, già ex vicesindaco in quota Udc) ha iniziato ad apparire con una certa frequenza sui social network, arrivando persino ad invitare gli elettori a votare per Zaia, piuttosto che per la Moretti. Per un altro verso, anche “Indipendenza Veneta” potrebbe risultare utile all’attuale governatore ricandidato. Nello specifico, entrambe le formazioni potrebbero portare voti a Zaia, senza però raggiungere il quorum necessario per eleggere un consigliere a Palazzo Ferro Fini.
Sulla scacchiera veneta i pezzi sono in continuo movimento. Il ruolo del Re è senza dubbio appannaggio di Luca Zaia, al quale potrebbe tornare utile alzare, seppur sommessamente, la bandierina secessionista. Tutti gli altri pezzi si stanno posizionando o sono posizionati (Alessandra Moretti), in attesa della scelta ufficiale che farà Flavio Tosi. L’indipendentismo? Prova a brillare di luce propria (nonostante la litigiosità continua). Per ora ha le sembianze di qualche pedone.