di ENRICO DELL’OLIO
In passato ho già parlato di quanto scuola ed istruzione in realtà non siano due cose che vadano così di pari passo come il sentire comune e le istituzioni ci vorrebbero far credere.
Vorrei subito chiarire che avere una buona o addirittura ottima educazione non dipende solo dalla scuola, ma è un processo dinamico legato alla quantità di studi e letture fatte nella nostra vita ( andando o non andando a scuola ). Prendiamo ad esempio Marco ( nome di fantasia ), 50 anni, manager di una grande società, laureato a 25 anni in lettere e filosofia; è facile intuire che il monte di conoscenze acquisite nei 25 anni di vita successivi alla laurea sia infinitamente superiore a quanto appreso durante gli anni passati sui banchi di scuola e che lo stesso uomo a 50 anni sia assai diverso per cultura, esperienze e applicazione pratica di quanto appreso nella sua vita attiva dal ragazzo che si laureò 25 anni prima.
Probabilmente il percorso educativo universitario ha ben poco a che fare non solo con la professione poi esercitata da Marco, ma il professionista di successo che è oggi è derivazione diretta di tutti gli studi di Economia e Marketing intrapresi autonomamente. Qualcuno potrebbe obiettare che la laurea in lettere e filosofia sia comunque stata utile, io rispondo, certamente, ma a che prezzo?
Se istruzione e scuola non vanno di pari passo, non è detto che chi sia andato a scuola sia veramente istruito, come non è detto che chi non ci sia andato sia ignorante. Studiare è si fondamentale, ma quello che io questiono è la modalità e le finalità ultime della scuola pubblica in relazione agli obiettivi che invece ci vengono venduti: prepararci per il lavoro che andremo a fare.
La funzione principale della scuola negli stati moderni è niente di più e niente di meno che quella di indottrinamento sistematico, qualcosa di molto simile alla Madrassa dei paesi islamici. Le funzioni della scuola nella nostra società sono a mio parere ( supportato da dati e esperienze pratiche ) essenzialmente due:
- Creare una classe di pagatori di tasse che non ne questionino il perché;
- Avere a disposizione una quantità di soldati illimitata da spendere in eventuali guerre o improbabili esportazioni della democrazia (carne da cannone);
L’esperienza insegna che l’unica mano che i moderni stati danno è quella che ti viene messa in tasca per derubarti del frutto del tuo lavoro, il nome che è stato dato a questo furto legalizzato è “Imposta” (termine corretto in quanto nessuno sano di mente pagherebbe volontariamente un solo centesimo ad una banda di delinquenti, quindi è necessario imporre con la forza, ergo, espropriare).
Partendo da questi presupposti oggettivi è difficile pensare che la scuola, gestita dallo Stato con le finalità sopraccitate, sia veramente utile a creare competenze adeguate nelle persone che la frequentano. La prova di quanto ho appena asserito sta nel fatto che mediamente un nuovo laureato non trova lavoro o se lo trova, in molti casi, viene pagato meno di una semplice donna delle pulizie, senza nulla togliere alle donne delle pulizie che per altro svolgono un importantissimo lavoro sociale, ma che tuttavia non posso definire come ad alto valore aggiunto.
Il laureato viene pagato meno di una donna delle pulizie non perché gli imprenditori che lo assumono sono brutti e cattivi, ma perché il suo valore di mercato è esattamente quello e per un imprenditore aprire le porte ad una persona qualificata si, ma all’atto pratico non competente, si traduce in una gran perdita di tempo e risorse. Come ovviare quindi a questa situazione?
Alcune delle persone più di successo che ho conosciuto nel mio peregrinare in giro per il mondo non sono laureate, ma hanno una cultura ben superiore alla maggioranza dei laureati che conosco e frequento. Non è raro incontrare persone che parlino 3 o 4 lingue fluentemente, siano al vertice di un determinato settore e abbiano brevetti su loro scoperte o invenzioni senza aver mai frequentato l’università.
I telefoni cellulari che usiamo, i sistemi operativi dei nostri computer, i metodi di pagamento come Paypal, perfino il più grande social Network del mondo ( Facebook ) sono opera di non laureati. Viviamo in un’epoca in cui (mai prima d’ora) i libri sono accessibili a tutti gratuitamente o a costi bassissimi. Chiunque può parlare più lingue, avere ottime competenze in biologia, medicina, economia, etc, senza mai aver frequento la scuola pubblica. Parlare una lingua correttamente e fluentemente senza averla studiata a scuola nulla toglie alla reale conoscenza di quella lingua, lo stesso naturalmente vale per qualsiasi altra cosa, all’atto pratico il mercato premia sempre la competenza e mai il titolo fine a se stesso.
Esistono mille modi per acquisire conoscenza e competenze in maniera più rapida, divertente e proficua che andare a scuola, perché? Perché il segreto sta nella personalizzazione, che di solito coincide con un maggior interesse in quello che si fa ed un percorso di approfondimento ritagliato sulle capacità ed esigenze del fruitore finale.
Imparare è divertente, soprattutto da bambini, non esiste bambino che non abbia voglia di imparare, se non quando messo a scuola, ed è facile capirne il perché: provate voi a stare immobili 5 o 6 ore tutti i giorni in una stanza; sfido chiunque a farlo. Ecco, la scuola pubblica è talmente noiosa e spesso vuota di qualsivoglia interesse per un bambino che la situazione sopra descritta è quella che più si avvicina alla realtà dei fatti, del resto agli insegnanti non è mai stata insegnata la cosa più importante: come insegnare.
Studiare è importante, ma è altrettanto importante farlo in maniera ottimizzata e produttiva, e spesso a scuola questo non è possibile.
Il mondo del futuro (meglio dire del presente dal momento che sta già avvenendo) sarà sempre più guidato da persone senza laurea con grandi capacità e conoscenze che impiegheranno laureati come forza lavoro a basso costo per via delle scarse competenze maturate. Sta già succedendo peraltro. Per chi parla l’inglese (anche senza averlo imparato a scuola), consiglio di guardare il video che ho inserito QUI.
Concludo citando il premio Nobel per la letteratura George Bernard Shaw: “L’unico periodo in cui la mia educazione si è interrotta è quando andavo a scuola”.